Vincere la depressione

La depressione è un’afflizione che colpisce tantissime persone e, per quanto non venga considerata una malattia fisica, può avere effetti molto negativi sulla nostra vita: non è una malattia del corpo, ma lo è certamente dell’anima. Ora, piuttosto che parlare in termini teorici – del tipo “è bene essere così, è bene fare così” – vorrei raccontare la mia esperienza nella speranza che possa aiutare tante altre persone ad uscirne fuori.

Nella mia infanzia non ho avuto particolari problemi emotivi e difficilmente mi sentivo triste. Ma intorno ai 14-15 anni un senso di malinconia cominciò a diffondersi e a stabilizzarsi dentro di me. Avrei potuto imputare molte cause esteriori a quell’attacco di malinconia, ma quei problemi esistevano pure prima e non mi facevano effetto: sicuramente qualcosa era cambiato dentro di me e non sapevo come e perché.

In seguito la malinconia si trasformò depressione, e in effetti quello che si sente è proprio una pressione interiore che tende a soffocare il proprio sé e a rimpiazzarlo con sentimenti negativi verso se stessi e anche verso il mondo. Questa “cosa” mi inondava la testa di pensieri inutili e negativi ed era davvero difficile zittare la mia mente anche solo per un minuto; per non parlare del fatto che mi sentivo più stanca del normale e che avevo difficoltà di concentrazione. Diciamo che poi si entra in simbiosi con la “cosa” che sembra essere parte del proprio essere. Rispetto ad altri avevo il vantaggio di riuscire a celare il mio stato interiore e mantenere un rapporto gioviale con gli altri.

Finalmente, dopo diversi anni, incontrai Sahaja Yoga e già dopo i primi tempi di meditazione sentivo un notevole miglioramento. Ma il miglioramento non sembrava giungere mai ad una completa guarigione.
Poi scoprii che la depressione – così come molte malattie di lato sinistro – deriva da una presenza esterna, che viene chiamato bhoot. Ci sono anime di persone che, per qualche motivo (morte violenta, attaccamenti terreni, ecc), escono fuori dal ciclo di rinascite e rimangono a vagare sulla terra; queste anime possono quindi attaccarsi ad una persona vivente e credere che quella sia la loro dimora. Diciamo che è una situazione simile al film di “Ghost” oppure de “Il sesto senso“.
Per cui se queste entità si attaccano, entrando in simbiosi, si portano via parte dell’energia dell’ospite e iniettano i loro sentimenti, che possono variare a seconda del tipo di problema che avevano al momento in cui sono morte come persone (un punto importante è che, diversamente da quello che mostrano i film, non succede che se uno è posseduto si metta necessariamente a saltare a parlare altre lingue o a fare cose assurde; quello succede in rari casi).

Pur venendo a conoscenza di tale verità, devo ammettere che non ho pensato potesse riguardarmi, perché erano tanti anni che ero abituata ad essere in quel modo e non mi ricordavo più com’ero prima. Fino a che, un giorno, ebbi un incidente d’auto, un incidente che avrebbe potuto uccidermi ma che mi ha causato solo qualche graffio. A quel punto, grazie al trauma causato dall’incidente, mi sono finalmente accorta di avere un ospite indesiderato dentro di me,  l’ho proprio percepito… e da allora è cominciata la guerra.

La guerra è consistita in un lavoro assiduo sul mio canale sinistro, meditavo e mi lavoravo con la candela per due volte al giorno tutti i giorni (anche tre) senza tregua e questo per tre anni circa. Nonostante ci fossero dei momenti in cui mi coglieva l’apatia e cercava di dissuadermi “No, ma a che serve? Anche se oggi salti non succede niente, ecc.”, ero lì puntuale con il mio set di candele pronto: vedevo solo l’obiettivo, la liberazione.

Finalmente. dopo quell’impegno constante e determinato, il bhoot se n’è andato.
È stato un momento particolare che ricordo molto bene. Proprio in quei giorni avevo avuto delle esperienze gravose con alcune persone e temevo che questo mi avrebbe ributtato giù. Avevo preso una posizione molto forte e controtendenza che aveva provocato diffidenza e antipatia nei miei confronti, ma la cosa non mi aveva mosso di un millimetro perché ero sicura di fare la cosa giusta. E infatti, proprio dopo un confronto diretto con quelle persone, il mio caro ospite se n’è andato.  Nemmeno quell’essere ha potuto resistere alla mia forza interiore che si era manifestata in quella circostanza. Molto probabilmente il rimedio fu proprio la mia determinazione e l’affermazione di me stessa; possiamo anche dire l’amore per me stessa.

La cosa che mi ha colpito particolarmente di quell’esperienza di liberazione, non è stata la liberazione stessa, ma il sentimento che ho avuto dentro di me in quel momento, un sentimento di profonda compassione. Potrà sembrare incredibile, dopo quasi quindici anni di tormento che mi aveva procurato, ma in quel momento ho sentito molta compassione per quell’essere e per quelle persone ignoranti che mi avevano attaccato ingiustamente. Penso che quando ci liberiamo dall’ignoranza che è in noi, quello che rimane è solo amore e compassione.

Quindi il primo passo per superare questo problema è riconoscere la fonte del problema, avere amore e compassione  verso di noi e verso chi ci disturba e poi dedicarsi con pazienza alla sua risoluzione. E alla liberazione ci si arriva sicuramente.

Però dobbiamo avere il coraggio di mettere in discussione delle attitudini sbagliate che abbiamo acquisito, infatti se un bhoot riesce ad attaccarsi è perché ha trovato un punto debole in noi. E qui sta un punto importante.
Ci sono dei metodi rapidi per liberarsi e nei casi gravi è meglio seguirli (esiste un centro di Salute che usa tecniche sahaja un po’ più forti di quelle che usiamo a casa); PERÒ suggerirei di non usare metodi veloci per un semplice motivo: perché se il nostro canale sinistro è debole, non diventa più forte in pochi minuti o in pochi giorni, non può diventarlo perché ha bisogno del suo tempo di recupero. Allora quello che succede è che se uno si sente meglio, allenta la guardia prima di essersi rafforzato adeguatamente rischiando così di ricadere e forse anche peggio di prima.

Quindi, secondo me, è meglio andare avanti lentamente e con costanza e rendere il proprio canale sinistro sempre più forte e così, quando ci si libera grazie alla forza che si è sviluppata interiormente, allora niente potrà più colpire, si sarà saldi come rocce.

Essere saldi come rocce, in questo caso, non sarà come quelle persone che sembrano forti, toste, inattaccabili, ma in realtà quello che hanno fatto è iper-sviluppare il canale destro andando a reprimere il sinistro: sono sì forti, ma anche duri e incapaci di percepire la gioia, l’amore e quindi la grazia dello Spirito. Non è questo che si dovrebbe cercare, ma si dovrebbe sviluppare un canale sinistro forte che manifesti tutte le sue bellissime qualità.
Quindi è molto importante prendersi cura del canale sinistro anche se non si ha la depressione o non si hanno malattie. Il canale sinistro prima di tutto.

A monte di tutto, per mantenere il canale sinistro a posto, bisogna necessariamente prendersi cura del proprio Mooladhara chakra (il primo chakra), NECESSARIAMENTE.
Il Mooladhara chakra è posto sotto l’osso sacro e sostiene l’ascesa della Kundalini, quindi se il Mooladhara chakra è disastrato, la Kundalini magari sale per un po’, però torna giù subito. Solo che è proprio grazie alla Kundalini che i canali possono tornare all’equilibrio. Il lavoro con la candela aiuta il canale sinistro, ma è la Kundalini a fare il vero lavoro.

Inoltre, un Mooladhara chakra efficace ci protegge da tutte le negatività, da tutti i bhoot possibili e immaginabili. Ricordo che, nei momenti in cui lavoravo su quel chakra, percepivo proprio questo suo potere di sostenere il canale sinistro e di liberarmi da ogni sentimento negativo.

Quindi non ci stancheremo mai di ripetere quanto sia importante prendersi cura della propria innocenza e castità, di proteggerla. Purtroppo siamo bombardati su tutti i fronti da idee e comportamenti che vanno a minare questo principio dentro di noi, volenti o nolenti.
Ma noi possiamo essere più forti di questo, è molto importante. Non vale proprio la pena lasciarsi corrompere dalle assurdità del mondo, se queste ci allontanano dalla bellezza che è in noi.

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6 commenti

  1. toccate le mie corde è un argomento a me caro,,,,il depresso nn comunica i suoi disagi,,,se nn con scatti d’ira la famiglia viene allontanatadagl’addettidel settore che riempiono di psico farmaci le persone con questo disagio ci si presenta un muro di gomma

    1. In effetti è una situazione delicata. Invece di amore ti danno pillole.
      Mi ricordo un amico universitario che diceva di essere depresso e diceva che i suoi genitori non gli davano amore (era pure figlio unico). E loro per risolvere il problema lo avevano mandato dallo psicoanalista che gli dava delle pillole… terribile! (senza offesa per gli psicoanalisti seri che non fanno queste cose)
      Se si pensa che questa robaccia si da pure ai bambini mi viene proprio da piangere.

  2. Giovanna PIzzulli

    Ciao Silvana, sarebbe… diciamo “bello”… se non è ancora presente in questo sito , inserire un articolo sulla morte, sulla sua natura, su come affrontarla se riguarda un nostro caro…può sembrare “macabro” ma penso che a tanti, come a me (dato che mi riguarda in prima persona) potrebbe essere di una certa utilità, soprattutto nell’ambito della depressione (che in tanti casi ha alle spalle un lutto). Con stima, Giovanna

    1. Ho scritto qualcosa, che non riguarda precisamente la morte ma il nostro ciclo vitale, in La teoria dell’evoluzione spirituale nella tradizione orientale.
      La morte è praticamente solo un passaggio tra una vita e l’altra. Quando moriamo, la nostra anima lascia il corpo e va in una sorta d limbo (preta loka) fino a che non si reincarna. La nostra rinascita (luogo, famiglia, situazione) è regolata a seconda del nostro Karma, ovvero quello che abbiamo fatto nella vita precedente. Nel corso della vita dovremmo migliorare, evolvere, se desideriamo ottenere la nostra Realizzazione. Questo è quello che succede nella norma.
      Ci sono casi in cui le persone che muoiono non vanno nel limbo, ma rimangono sulla terra e così non possono rinascere. Questo succede quando per qualche motivo rimangono attaccati alla terra, o perché sono ambiziosi, oppure perché sono attaccati a qualcuno, o perché hanno subito soprusi o sono morti di morte violenta (come nel film Ghost). I casi sono vari e molto diversi. Questi spiriti allora vanno nel subconscio o nel sopraconscio collettivo e possono disturbare le persone viventi. Non tutti gli spiriti sono cattivi, certo, però è giusto che riprendano il loro percorso.
      In ogni caso, una persona realizzata non dovrebbe preoccuparsi di queste cose. Shri Mataji ha detto, parlando del caso di una signora posseduta: “Naturalmente l’ho curata, perché in Sahaja Yoga potete, attraverso le vibrazioni d’amore, questo Amore Divino di cui vi ho parlato. Potete vincolarli e attraverso questo vincolo inviarli nel preta loka e così spariscono”.
      Sinceramente non mi sono mai interessata dell’argomento più di così e pensare ai morti non ci fa bene, perché sono solo un ricordo, un qualcosa che ci lega al passato, mentre noi dovremmo essere nel presente.

  3. ciao Silvana…una domanda??ma come facciamo a capire se dentro di noi cè un bhoot???perkè per esempio io ho il lato sinistro bloccato (anke se in verità in questi giorni sto iniziando a sentire anke alla mano sinistra la brezza fresca, sopratutto ieri poi mi è successa una cosa incredibile mentre facevo il pediluvio ho sentito la brezza fresca su tutte e due le mani cosi forte ke infatti incredula mi guardavo intorno ancora per caso c era qualke finestra aperta, perkè poi è incominciata a salire sulle braccia fino ad arrivare sulla faccia ,ma poi si è fermata li , cmq è stato fantastico!!!)tu saresti in grado di percepire se qualcuno è posseduto per esempio???ti saluto ….e ti ringrazio in anticipo….:)

  4. Eh si, penso proprio che capiti a tutti di cercare le finestre aperte 😀
    Se hai sentito così fresco, allora vuol dire che stai procedendo bene e che l’energia è riuscita a fluire.
    Veramente non so se sono sempre in grado di sentire se c’è un bhoot, qualche volta sì mi è capitato.
    Secondo me, comunque, non bisogna preoccuparsi troppo dei bhoot, nel momento in cui noi miglioriamo noi stessi, quelli se ne vanno automaticamente perché non hanno più niente a cui attaccarsi. Lo stesso vale per le persone che ci danno fastidio e ci danno problemi: nel momento in cui noi miglioriamo, quelli non sanno più come disturbarci… e a volte succede che pure loro cambino!
    Se ne ho parlato è solo per far capire alle persone che certi sentimenti negativi non vengono da noi, ma dall’esterno. In questo modo uno dovrebbe riuscire a distaccarsi dicendo che quei pensieri e sentimenti negativi non ci appartengono.

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