Viveka Chudamani – Il Sommo Gioiello della Discriminazione

Versi 106-107: L’infinito amore, il Sé

Gli oggetti tangibili sono piacevoli solo grazie al Sé che si manifesta attraverso di loro, e non indipendentemente, giacché il Sé per sua natura è il più amato. Il Sé, perciò, è sempre beato e non può mai soffrire di dolore o miseria.
Le Scritture, la diretta esperienza, la tradizione e l’inferenza chiaramente attestano che, nel sonno profondo, noi sperimentiamo la Beatitudine del Sé (Atma) indipendente dagli oggetti tangibili.

Versi 108-110: La Maya

La nescienza (Avidya) o Maya*, anche chiamata ‘Immanifesto’, è il potere del Signore. È senza inizio; essa include le tre Guna** ed è superiore ai loro effetti (come alle loro cause). Può essere dedotta, dagli effetti prodotti, solo da chi ha un chiaro intelletto***. È questa Maya che proietta l’intero universo.
Tramite la realizzazione del puro, non duale Brahman, la Maya può essere estinta, proprio come l’illusione di vedere un serpente svanisce nel momento in cui ci rendiamo conto che, grazie alla nostra discriminazione cognitiva, è una corda. Le sue qualità (Guna) sono: Raja, Tama e Sattva, distinte per via delle loro rispettive funzioni.

* “Avidya” è l’assenza di pura conoscenza, intensa come conoscenza del Sé e la chiameremo nescienza. “Maya” letteralmente significa “quello che non è”. Noi non riusciamo a vedere la Verità, l’Uno del Sé Universale (o Brahman) perché è coperto dal velo della Maya.
** Le Guna, abbiamo visto in una precedente nota, sono i canali energetici.
*** Il chiaro intelletto si ha quando il nostro Agnya chakra è completamente a posto e il nostro Sé riesce ad accedere quindi ad esso.

Versi 111-112: Rajo Guna, natura ed effetti

Rajo Guna ha il potere della proiezione (vikshepa-shakti). L’attività è la sua vera natura. Da esso l’iniziale flusso dell’attività ha avuto origine. Da esso, le modificazioni mendali, come attaccamento e dolore, sono continuamente prodotti.
Desiderio, rabbia, avidità, ipocrisia, arroganza, gelosia, egoismo, invidia, ecc. – questi sono i terribili attributi del raja, dai quali le tendenze mondane degli uomini sono prodotte. Raja è perciò la causa della prigionia della vita.

Versi 113-116: Tamo Guna, natura ed effetti

Il potere di celare (avritti) è il potere del Tamo Guna, che fa apparire le cose diverse da quelle che esse sono veramente. Esso causa la ripetuta trasmigrazione dell’uomo e da inizio all’azione del potere di proiezione (vikshepa).
Persino il saggio e il sapiente, e coloro che sono esperti nella comprensione del supremamente sottile significato delle scritture, sono sopraffatti dal Tamas e non possono comprendere la Verità, persino se è chiaramente spiegata in vari modi. Essi considerano reale quello che è semplicemente sovrapposto dall’illusorio e si attaccano ai suoi effetti. Ahimè! Quanto potente è il grande potere di celare del terribile Tamas!
Assenza di corretto giudizio, giudizio contrario, mancanza di un credo definito e dubbio – certamente queste cose mai abbandonano colui che ha una qualche connessione con questo potere di celare; anche il potere di celare dà una preoccupazione senza fine.
Ignoranza, pigrizia, apatia, sonno, disattenzione, stupidità, ecc. sono gli attributi del Tamas. Uno che sia legato a questi non può capire niente, ma rimane come intorpidito, o come un ciocco di legno o come un blocco di pietra.

Versi 117-119: Sattva Guna, natura ed effetti

Il puro Sattva è come l’acqua limpida, eppure in combinazione con Rajas e Tamas, esso procura la trasmigrazione. Ma quando la luce dello Sé si riflette nel Sattva stesso, allora, come il sole, esso rivela l’intero mondo degli oggetti
Le caratteristiche del Sattva mischiato sono, totale assenza di orgoglio, yama, niyama, e anche fede, devozione, desiderio di liberazione, inclinazioni divine e una naturale attitudine ad evitare qualsiasi cosa irreale.
Le caratteristiche del puro Sattva sono gaiezza, Realizzazione del Sé, pace suprema, contentezza, beatitudine e una stabile permanenza nel Sé Supremo, tramite la quale l’aspirante viene a gioire dell’eterna beatitudine.

Versi 120-121: Il corpo causale

Questo ‘immanifesto’ descritto come una combinazione di tutte e tre le Gunas, è il corpo causale dell’individuo. Il suo stato speciale è quello di sonno profondo, in cui tutte le funzioni della mente-intelletto e degli organi di senso sono totalmente sospese.
La mente rimane in una forma sottile come un seme nel sonno profondo, che è lo stato di completa essazione di tutti i tipi di percezione. Invero, il verdetto universale in questo stato è “Io non sapevo nulla allora”.

Versi 122-123: Il non-sé, la sua descrizione

Il corpo, gli organi di senso, i Prana, la mente e l’ego ecc. e tutte le loro modificazioni; gli oggetti tangibili e i loro piaceri ecc; gli elementi come lo spazio, in effetti l’intero universo fino all’Immanifesto – tutte queste cose sono il non-sé.
Tutto è dovuto all’effetto della Maya – dal Mahat* fino al corpo grezzo. Sappi che queste cose e la Maya stessa sono non-sé – perciò esse sono irreali, come il miraggio in un deserto.

* Mahat è la sorgente della nascita della sostanza materiale

Versi 124-135: Il Sé, la sua natura

Ora ti dirò della Reale Natura del Supremo Sé, realizzando la quale, uno diventa libero da tutti i legami e ottiene la liberazione.
C’è qualcosa, l’Entità Assoluta, l’eterno substrato per l’esperienza del senso dell’ego; è il Testimone dei tre stati ed è distinto da tutti i cinque strati*.
È questo qualcosa che sa tutto quello che succede negli stati di veglia, di sonno e di profondo sonno. È quello che è consapevole della presenza o assenza della mente e delle sue funzioni. È quello che è l’essenza oltre l’ego. Esso è ‘Questo’, il Sé.
È quello che può vedere tutto ma che nessuno può vedere. È quello che illumina l’intelletto ecc., ma che essi non possono illuminare, questo è il Sé.
È quello del quale l’universo è pervaso, ma che non è pervaso da nulla; che quando splende, l’intero universo splende come suo riflesso, questo è il Sé.
È quello per la quale sola presenza, il corpo e gli organi di senso, la mente e l’intelletto eseguono le rispettive funzioni, come dei servitori.
È quello per via del quale ogni cosa – l’ego, il corpo, gli oggetti tangibili e il loro piacere ecc. – è conosciuta, così chiaramente come un vasetto, è della natura dell’eterna conoscenza.
Questo è il Sé più profondo, l’Essere Primordiale, la cui essenziale natura è la costante esperienza dell’indivisibile Beatitudine, che è sempre la stessa. Eppure, esso viene costantemente riflesso attraverso diverse modificazioni mentali e, comandati da esso, gli organi di senso e i Prana (soffi vitali) eseguono le loro funzioni.
In questo corpo stesso, nella cava segreta dell’intelletto che è della natura del Sattva, nello spazio (akasha) detto come immanifesto, il Sé (Atma), di affascinante splendore, brilla come un sole, alto nel cielo, illuminando questo universo con la sua stessa luminosità.
Il conoscitore delle modificazioni della mente e dell’ego, e delle attività del corpo, degli organi di senso e dei Prana, che apparentemente prendono forma come il fuoco in una sfera di ferro, è il Sé, che né agisce o cambia nemmeno un po’.
Né è nato né muore; né cresce e nemmeno decade; essendo eterno, non è sottoposto ad alcun cambiamento. anche quando questo corpo è distrutto, non cessa di esistere, come lo spazio nel barattolo non si estingue quando il barattolo si rompe.
Differente dalla natura primordiale (prakriti) e le sue modificazioni è il Sé Supremo, della natura della Pura Conoscenza. È Assoluto e direttamente manifesta l’intero universo sia quello grezzo che quello sottile, nella veglia e negli altri stati, come ‘IO SONO, IO SONO’ (il substrato dell’immutabile senso di egoismo). Si manifesta come Testimone dell’intelletto.

* Pancha Kosha, sono gli strati (5 o più precisamente 7) in cui è avvolta l’anima.

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