Il canale centrale è il canale dell’evoluzione e corrisponde a livello fisico con il sistema nervoso parasimpatico. Esso prende il nome in sanscrito di Sushumna Nadi o Sattva Guna (dove Sat significa verità). Nella tradizione cinese, esso corrisponde allo Zhong o Shen, all’equilibrio e quindi all’unione dello Yin e dello Yang, all’unione degli opposti, dell’aspetto femminile e di quello maschile. È l’armonia del tutto.
Quando diciamo che i canali destro e sinistro sono fuori dell’equilibrio, intendiamo dire che a livello energetico essi si scostano da una posizione centrale. Proviamo ad immaginare il canale centrale formato dalla sovrapposizione di due cilindri, che rappresentano in due canali laterali. Se questi due tubi sono perfettamente sovrapposti come se fossero uno solo, un solo canale (come il disegno a sinistra dell’immagine), allora il volume che occuperà il canale centrale sarà il massimo e tutta la Kundalini potrà salire attraverso di esso. Se invece uno o entrambi i canali laterali si discostano dal centro (come il disegno a destra dell’immagine), allora il volume disponibile si ridurrà e quindi il canale centrale sarà ridotto; a questo punto meno energia potrà passare attraverso di esso.
In generale, non esiste uno squilibrio interamente dovuto ad uno dei due canali, ma ci potrà essere uno squilibrio predominante da parte di uno di loro a seconda della propria indole.
Per esempio, considerate una persona d’azione che sembri non soffrire di problemi emotivi; si potrebbe pensare che il suo canale sinistro sia a posto. Potrebbe essere così, ma potrebbe essere che sia molto sul lato destro proprio per aver “indurito il proprio cuore” precludendosi tutto un’universo di gioia ed amore di cui non è consapevole e quindi, sotto sotto, avere anche problemi di lato sinistro.
Che vuol dire essere nel centro?
Esiste un bellissimo trattato yoga scritto da Patanjali (lo Yoga Sutra) che spiega nei più piccoli particolari come si raggiunge e si manifesta questo stato di equilibrio.
Lui parte con il dire che lo “Yoga è la sospensione delle attività della mente”. Questa sospensione può avvenire nel momento in cui siamo riusciti a liberarci dalle afflizioni che disturbano l’equilibrio della coscienza: l’ignoranza, l’egocentrismo, l’attaccamento al piacere, l’avversione verso la sofferenza e l’attaccamento alla vita.
Anche senza andare così lontano in India, vediamo che Socrate, uno degli antichi filosofi greci, diceva una cosa analoga (cit: Fedone di Platone): “Perché ogni piacere e ogni dolore, quasi fossero dei chiodi, inchiodano l’anima al corpo, gliela saldano in modo che essa diventa corporea, fino a ritenere per vere le cose ritenute tali dal corpo” e quindi “l’anima esplica la sua attività (cognitiva della verità) quando nessun turbamento, da parte dei sensi, venga a distoglierla, né vista né udito, né il dolore o il piacere”.
Liberi da ogni turbamento allora è possibile raggiungere un primo stato di benessere detto Nirvichara Samadhi, in cui “la luminosità fluisce indisturbata e lo spirito universale si manifesta come spirito individuale”, che è proprio la definizione dello yoga (che significa unione, connessione).
Un tempo raggiungere questo stato era estremamente arduo e difficoltoso, perché per raggiungere la meta bisognava prima purificare tutti i chakra e solo alla fine di questo processo di purificazione finalmente si otteneva lo yoga. Questo succedeva perché, come possiamo notare dall’immagine raffigurante il nostro sistema energetico, a livello dell’addome esiste una discontinuità detta void (vedi l’articolo canali energetici), ovvero il canale centrale è interrotto, e quindi la Kundalini non può salire da sé e non può quindi darci i segnali opportuni per vedere quali sono i problemi interiori che ostacolano la nostra ascesa.
La novità di Sahaja Yoga (che vuol dire proprio Yoga spontaneo) è di permettere immediatamente il risveglio della Kundalini in modo spontaneo. In questo modo noi potrete percepire sin da subito qual è il vostro stato interiore ed eventualmente correggerlo, senza vivere una vita di rinunce e penitenze, ma continuando a vivere una vita regolare.
Comunque ci vuole sempre un certo impegno, come in tutte le cose; ma sicuramente tutti coloro che hanno intrapreso questo percorso sono riusciti gradualmente a stabilizzare uno stato di benessere ed armonia interiore.
[…] è l’ingresso di Sushumna e accoglie attorcigliata una Kundalini […]
[…] è l’ingresso di Sushumna e accoglie attorcigliata una Kundalini […]
Vi ringrazio