Introduzione
Per valli selvagge zufolavo
Canzoni di amabile gaiezza zufolavo.
Su una nuvola vidi un bimbo
Che ridendo disse a me:
“Suona una canzone sull’Agnello!”
Così suonai con allegria
“Zufolaro, suonala ancora”
Così suonai, lui pianse a sentirla.
“Lascia il tuo zufolo, il tuo lieto zufolo
Canta le tue canzoni più allegre che sai!
Così cantai ancor la stessa
Mentre egli piangeva di gioia nel sentirla.
“Zufolaro, siedi qui e scrivi
In un libro, che tutti possano leggere”
Così lui disparve dalla mia vista
Ed io colsi una canna vuota,
E ne feci una penna grezza,
E la tinsi l’acqua chiara,
E scrissi le gaie canzoni.
Che ogni bambino gioisca a sentirle.
Questa Introduzione da una chiara indicazione del tono dei Canti d’Innocenza, con il suo uso delle immagini del bambino e dell’Agnello (Gesù Cristo), insieme con l’idilliaco sfondo pastorale che trasmette il senso dell’Innocenza: assenza di sensi di colpa, libertà dal male e dal peccato, delicatezza di sentimenti, gaiezza.
Immagini idilliache si confrontano con situazioni quotidiane in cui l’Innocenza viene costretta dai dogmi e dai condizionamenti di una società ipocrita, in cui esistono situazioni di sfruttamento minorile, di discriminazione razziale e di di mancanza di rispetto dei veri valori spirituali. Nonostante queste condizioni, l’Innocenza mantiene la sua freschezza e delicatezza nei versi riportati dal poeta e nelle illustrazioni.
Il Pastore
Gioia d’Infante
Il Verde echeggiante di suoni
L’Agnello
Il Piccolo Bambino nero
La Fioritura
Lo Spazzacamino
L’Immagine Divina
La Voce del Vecchio Bardo