Silvana Donato Il Piccolo Bambino Nero
Mia madre mi ha fatto nascere nel selvaggio sud.
E sono nero, ma oh! la mia anima è bianca.
Bianca come un angelo è un bambino inglese.
Ma io sono nero come se privato di luce.
Mia madre mi ha insegnato sotto ad un albero,
E, sedendo là prima della calura del giorno,
Ella mi prese nel suo grembo e mi baciò,
E puntando verso est si mise a dire:
“Guarda il sole che sorge – proprio là Dio vive
E da la sua luce, e porta via il suo calore.
E fiori e alberi e bestie e uomini ricevono
Conforto al mattino, gioia a mezzodì,
E noi siamo messi sulla terra in un piccolo spazio
Affinché noi possiamo imparare a sopportare i raggi d’amore.
E questi corpi neri e questo viso scottato dal sole
Non è che una nuvola, e come un boschetto ombroso.
Perché quando le nostre anime avranno imparato a sopportare il calore
La nube svanirà, udiremo la sua voce
Dire: ‘Vieni fuori dal boschetto, mio amore e cura,
E intorno alla mia tenda dorata come gli agnellini rallegrati!'”
Così disse mia madre, e mi baciò.
E così io dico al bambino inglese:
Quando io dalla nera e lui dalla bianca nube saremo liberi,
E intorno alla tenda di Dio come angeli gioiremo.
Lo riparerò dal calore fino a che potrà sopportarlo
Per appoggiarsi in gioia sulle ginocchia di nostro padre.
E poi mi alzerò e accarezzerò i suoi capelli argentei
E sarò come lui e lui così mi amerà.
In questa poesia è evidente la denuncia di un sistema di discriminazione razziale e riporta alla reale condizione di uguaglianza spirituale di tutti gli esseri umani. Ironizza un po’ alla fine sulle missioni di conversione cristiane, quando alla fine il bambino nero si offre di aiutare il bambino bianco ad avvicinarsi a Dio.
