Quando gli elementi si esauriscono nel nostro corpo, iniziamo a soffrirne nei Chakras.
Ogni Chakra è costituito da un elemento, così come la parte del corpo corrispondente. Il Gayatri Mantra si riferisce a questi elementi.
Iniziano con la parola Bhu. Bhu significa Madre Terra. La Madre Terra è l’elemento del Muladhara Chakra, di parte dello Swadisthana Chakra e della Kundalini stessa, che risiede nell’osso sacro.
Lo Swadhisthan, come vi ho detto, è costituito in parte dall’elemento terra, poiché da questo elemento ha avuto origine tutta la materia e tutti gli universi. Quindi questo secondo Chakra è conosciuto anche come Bhuwa, che significa “l’insieme di tutti gli universi”. Bhuwa! Ecco l’essenza, la qualità dello Swadhisthan. Bhuwa significa dunque creazione, l’essenza della creatività, e tutto ciò che è stato creato si chiama Bhava. Tutto ciò che è stato creato è opera dello Swadhisthan Chakra dell’Essere Primordiale.
Il terzo Chakra è il Nabhi, e la sua qualità è Swaha, che significa bruciare, consumare.
Ci sono dunque due elementi che entrano in gioco nel Nabhi Chakra: nel lato destro l’elemento fuoco (Shri Agni), nel lato sinistro l’elemento acqua.
Lo Swadisthana delimita i confini del Nabhi. In un certo senso una parte dello Swadisthana è anche Gruha, ossia il Pitwi Tattwa. Pitwi significa Madre Terra; poi ci sono il fuoco e l’acqua.
Il quarto Chakra, Anahat, o Chakra del Cuore, è costituito, possiamo dire, dalla Sottile combinazione di due elementi: l’acqua e l’aria. Nel lato destro c’è l’aria, nel lato sinistro c’è l’acqua. Per esempio, se ci agitiamo, oppure abbiamo un “blocco” al cuore destro, saremo soggetti all’asma: mancanza d’aria! Quando invece ci sentiamo commossi, particolarmente toccati nel profondo, emozionati, allora sarà il cuore sinistro ad essere coinvolto. Le lacrime iniziano a sgorgare dai nostri occhi, oppure iniziamo a sudare. Tutto ciò viene dall’elemento Acqua. L’essenza del cuore è Mana.
La qualità del Vishuddhi Chakra è Janah, e gli elementi che lo costituiscono sono l’aria e l’etere. L’etere è più sottile dell’aria, è Akasha, ed è ciò che viene definito come spazio. Dunque la sua essenza Janah vi dà i mezzi per esprimervi, per comunicare, vi dà il senso della collettività. Ecco perché usiamo le nostre mani per donare agli altri, o stringiamo la mano per salutare. La comunicazione avviene attraverso le nostre mani, che a volte ci consentono di esprimerci anche senza conoscere una certa lingua.
Dunque, Janah è la collettività, la qualità per mezzo della quale voi diventate collettivi e che si esprime nel Vishuddhi. Tutte le particelle della materia vengono attratte l’una dall’altra, in un modo molto sottile, non percepibile, per intervento della gravità di Madre Terra, e questo principio a livello del Vishuddhi diventa ancora più sottile e comincia a manifestarsi il linguaggio. Il suono è la componente più importante nell’attività del Vishuddhi.
Nasce nello stomaco e poi sale fino a manifestarsi completamente a livello di questo Chakra. Il primo suono nell’Essere Primordiale è chiamato Parawa. Para significa oltre, quindi a questo stadio si diffonde in diverse dimensioni, e nel Vishuddi diventa Vaikary, cioè “che parla”.
Il fattore più importante è dunque il suono, e per suo tramite la collettività si esprime. Nel Cuore, questo suono (Wani) diventa Pashan, cioè “che semplicemente osserva”, perché nel Cuore esiste lo stato di pura testimonianza. Questo suono è chiamato anche Anahat, ovvero “che pulsa autonomamente”. Normalmente, per generare un suono qualunque, dovete percuotere due oggetti tra loro, ma in questo caso il suono nel Cuore è Anahat.
A volte, la Kundalini, nella sua ascesa, produce una pulsazione che potreste anche vedere ad occhio nudo, ma non potreste sentirla, se non con uno stetoscopio in caso di blocco in qualche Chakra. Se non ci sono impedimenti, sale direttamente al Brahmarandra, sulla sommità del capo, nell’area della fontanella e va poi oltre.
A questo punto l’elemento etere entra in gioco e la diffonde, ed è così che sentiamo la brezza fresca, che è energia sottile. Questa è la proprietà di Akasha, che è l’essenza dello spazio.
Passiamo ora all’Agnya Chakra. Esso è costituito dall’elemento luce. Ora dobbiamo sapere che l’elemento fuoco si trasforma nell’elemento luce, ma la luce non consuma, e la luce viene acquisita tramite la penitenza (tapasya). Se prendiamo il filo di una lampadina elettrica che conduce, noteremo che si sarà surriscaldato ad una temperatura molto elevata. Allo stesso modo una persona che abbia praticato un periodo di dura tapasya, potrà emanare luce.
L’essenza dell’Agnya Chakra è dunque Tapa, e fu praticata dal Cristo. Ecco perché scelse di salire sulla croce: era l’unico modo di assorbire tutti i nostri peccati ed i nostri karma. Lo si può paragonare all’oro, o al platino, ha le stesse proprietà: mettendolo nel fuoco si purifica, diventa inattaccabile, acquisisce lucentezza.
Succede lo stesso con una persona che abbia praticato Tapa (è la pratica di Sahaja Yoga). Con una vita totalmente ascetica si diventa inattaccabili. Coloro che pensano troppo sono molto lontani da tutto ciò. Non ci si può pensare, bisogna praticare Sahaja Yoga. Allo stesso modo, abbandonarsi e pensare al passato, o a tutti i legami affettivi con fratelli, sorelle, mogli, mariti o altro, non fa bene al Sahasrara. Tutto traspare dai vostri volti, se siete sul lato destro, o sul sinistro. Ma se siete nello stato di “tapa”, allora chiunque se ne accorgerà dalla luce che emanate. La luce in un essere umano realizzato si manifesta in uno scintillio degli occhi.
E più divenite realmente compassionevoli nella vostra collettività, acquisendo anche un maggior discernimento (che risiede nell’ Hamsa Chakra, all’interno del Vishuddhi) e più il vostro viso manifesterà la bellezza dello Spirito.
Perciò, quando la comunicazione nella collettività è illuminata dalle vostre tapas, dalle penitenze, dal duro lavoro su voi stessi, allora la combinazione delle qualità di Shri Krishna e del Cristo messe insieme vi faranno risplendere.
Quando una persona è tropo dura, troppo sul lato destro, avrà un volto indurito, come coloro che sono troppo meticolosi ed esigenti, che non riescono a vedere il gioco e non conoscono la dolcezza.
Non ci sono parole in nessuna lingua per descrivere la dolcezza di Shri Krishna, il modo in cui gioca con le situazioni, fino a farle diventare qualcosa di veramente meraviglioso. Egli neutralizza completamente tutti i rituali e le stupide formalità, che rendono la gente estremamente arida. E lo fa con dolcezza, con il senso del gioco, con il suo humor. Da bambino era così birichino, che un giorno mangiò del miele dopo averlo preso di nascosto, e così sua madre si arrabbiò molto. Visto che il bambino negava persino l’evidenza, la madre Gli chiese di aprire la bocca, e così potè vedere universi ed universi all’interno di essa. Immediatamente ella riconobbe la Sua grandezza e si inchinò ai Suoi piedi.
Se leggerete le Sue storie, vi divertirete un mondo con i Suoi scherzi giocosi, mentre in altri episodi noterete la grandezza del fanciullo, o potreste notare quanto amasse Sua madre. In seguito Egli si manifestò come Virata, l’Essere Primordiale, e questo punto è molto importante per Sahaja Yoga, perché Egli rappresenta la collettività, la collettività dove nessuno domina o è dominato, ma si diventa “uno”, nella consapevolezza delle vibrazioni. A questo livello potete veramente gioire, divenire l’Oceano di Gioia, completamente rapiti dalla musica del flauto di Shri Krishna, e la gioia comincia ad inondare lo Spirito. Ed è qui (Shri Mataji indica la sede del Virata sulla parte alta della fronte) che il Cristo si unisce a Shri Krishna, dandoci il senso della completa unione con il tutto.
L’ultimo Chakra è il Sahasrara. Qui c’è il Sat (Shri Mataji indica l’osso della fontanella, in cima alla testa), il che significa che in questo punto esiste l’essenza del Sahasrara. L’osso della fontanella è circondato da tutti gli altri Chakra, ed al centro c’è il Chakra del Cuore. Se Io non sono nel vostro Cuore non approderete a nulla, perché Io sono la Deità del Sahasrara, ed è per questo che la Verità si manifesta nel vostro sistema nervoso centrale, e la Verità delle radici, può raggiungervi solo attraverso il mio tramite.
Molti ne hanno parlato ed hanno preparato il tutto, ma la conoscenza delle radici, che è molto, molto di più, viene attraverso di Me. Quelli che ne hanno parlato sono parte integrante del mio Essere, così come lo siete voi, e tutto l’albero era pronto già per ricevere questa conoscenza.
Siate “freschi” nel vostro Cuore, perché esso possiede particolari virtù, ed è il bambino di vostra Madre. È circondato dalle auree dei sette chakra. Così come le Deità si rivelano in ogni chakra, le auree intorno al Cuore cominciano anche esse ad esprimere le loro qualità. Non sarà quindi sufficiente dire: “Madre Voi siete nel mio Cuore”, ma dovrete prestare attenzione anche agli altri chakra. In Sahaja Yoga, va bene adorare vostra Madre, ma dovete anche rispettare tutte le altre Deità, perché esse sono il mio onore e la mia casa.
Tutto è dentro di voi e dovete rispettare i sahaja yogi perché sono dei santi, voi tutti siete dei santi; ma ho visto alcuni di voi parlare a volte in modo molto duro ad altri sahaja yogi ed essere molto dolci con persone estranee. Questo non è un comportamento collettivo. In collettività dovete parlare in modo gentile ai sahaja yogi in primo luogo e poi agli altri, se è il caso. Dovete essere uniti e non litigare. Quando andate tutti d’accordo e gioite gli uni degli altri, questa è la più grande gioia che voi possiate darmi; quando perdonate gli altri, li amate e li rispettate: quella è la più grande gioia! Non ci devono essere ritualismi o costrizioni, ma dovete disciplinarvi da voi stessi e allora il vostro strumento sarà a punto, i vostri chakras saranno a punto, formando così un congegno perfetto.
Non mettetevi in competizione con gli altri: “Ho ragione io!” In Sahaja Yoga dovete competere solo con voi stessi: questo è l’unico modo per aver ragione. Prendete esempio dagli indiani! Devo dire ad onor del vero che molti di voi in diverse circostanze si sono dimostrati generosi, ospitando altri sahaja yogi forestieri, prendendosi cura di loro senza chiedere alcun denaro: adesso questi ultimi parlano di loro, della loro grandezza, della loro generosità, e la generosità è il più grande attributo in Sahaja Yoga.
Che Dio vi benedica tutti.
Discorso informale fatto ai sahaja yogi a Madrid l’11 Luglio 1985.
Le perle sono le parole di Srhi Mataji,che raccontano di verità assolute e come tutto è stato fatto così bene,che gli esseri umani quando salgono diventano essi stessi perle,che onorano il creatore