L’aria è un elemento indispensabile alla vita animale e vegetale, circonda la terra e ne costituisce l’atmosfera.
Siamo pervasi dall’aria, completamente immersi in essa, eppure questo elemento potrebbe sembrarci così “poco concreto”; inafferrabile al tatto e a tutti gli altri sensi, inodore, insapore, incolore… eppur così presente ed importante!
Quindi, trattando l’elemento aria, sembrerebbe difficile riconoscere la sua essenza, così invisibile ed impalpabile. Ma lo è sicuramente meno quando l’aria si presenta come vibrazioni, manifestandosi a noi sotto forma di brezza fresca. Una brezza fresca che diffonde dalle nostre mani e dalla cima della nostra testa.
L’aria è anche un mezzo di trasmissione molto importante, poiché attraverso di essa ci arrivano le onde sonore, e quindi l’incantesimo della musica. In molti trattati filosofici si parla della connessione fra musica, filosofia e religione; quindi del potere della musica di donare una consapevolezza superiore. In uno scritto indiano del XII secolo, il Sangitaratnakara (Oceano della Musica), la musica merita l’appellativo di Vimuktida ossia “donatrice di liberazione”, ad indicare quelle facoltà superiori di cui quest’arte è portatrice.
Alcuni suoni hanno anche un rilevante effetto sul nostro sistema sottile ed è questo il principio che sta alla base del mantra; il mantra si presenta come una ripetizione di espressioni fonetiche che facilitano il raggiungimento dello stato di consapevolezza senza pensieri, agevolando così il raggiungimento di una condizione meditativa ottimale.
Principi sottili
Aria e Cuore
L’aria ha un’influenza diretta sul chakra del Cuore. Esso infatti comprende a livello fisico oltre al cuore anche i polmoni. Spesso, senza rendersi conto, si tende a respirare male; questo avviene perché tutte le tensioni, le paure, le ansie, le frustrazioni che si accumulano nel chakra del Cuore, vanno poi a riflettersi a livello fisico in attitudini scorrette.
Nello stato meditativo la respirazione si fa lieve, delicata e così l’aria viene assorbita dolcemente e senza strappi. Respirare qualche volta profondamente prima di iniziare a meditare può essere utile per scaricare i canali dal ‘calore’ vibratorio, ma non dobbiamo dimenticare che nello stato meditativo l’inspirazione e l’espirazione tendono ad annullarsi, ad entrare l’una nell’altra.
Come dicevamo, l’aria è anche collegata con la musica, in quanto il suono non è altro che vibrazione di aria. Questa è la ragione per cui la musica ci tocca il cuore in modo così diretto. Quando meditiamo con la musica quindi è come se ci stessimo lavorando con l’elemento aria!
Aria e Agnya
Il nostro modo di comunicare con l’elemento aria è di solito imperfetto a causa della mente: la fitta coltre di pensieri che ci rende la testa pesante va a gravare sul cuore e rende la nostra respirazione irregolare ed insufficiente.
Accade anche che, proprio a livello fisico, la formulazione interiore di un pensiero mette in contrazione prima di tutto le corde vocali (nella simulazione della parola nel dialogo interiore), quindi blocca il Vishuddhi chakra; questo blocco va poi a terminare nell’Agnya chakra, quando il pensiero si fa immagine mentale.
Inoltre l’aria serve anche da combustibile per il lato destro. Come il fuoco ha bisogno di aria per bruciare, così il nostro lato destro, se non è alimentato dall’aria, cioè da una respirazione efficace, tende a provocare un riscaldamento del nostro sistema, con l’ovvia conseguenza di aumentare lo stress e l’iperattività mentale.
“Dopo la luce vi è il secondo elemento, che in sanscrito chiamiamo vayu, cioè l’aria.
Qual è l’aspetto sottile dell’aria che conosciamo come fatto materiale grazie alla sua consistenza fisica? È la brezza fresca, cosa che voi siete arrivati a percepire. E aspetto sottile della brezza fresca sono poi quelle che chiamiamo ‘vibrazioni’. Tutto questo è parte integrante del nostro essere, della maniera in cui siamo fatti. Dunque quando cominciate a crescere sentite le vibrazioni, ed anche la brezza fresca, aspetti sottili dell’aria che vi costituisce…
Il quarto chakra, il Cuore, è costituito, possiamo dire, dalla sottile combinazione di due elementi: l’acqua e l’aria. Nel lato destro c’è l’elemento aria, nel lato sinistro l’elemento acqua.
Per esempio, se ci agitiamo, oppure abbiamo un catch al Cuore destro, saremo soggetti all’asma: mancanza di aria. Quando invece ci sentiamo commossi, particolarmente toccati nel profondo, emozionati, allora il cuore sinistro ne è coinvolto; le lacrime sgorgano dai nostri occhi, od anche iniziamo a sudare. Tutto ciò viene dall’elemento acqua.”
Discorso di Shri Mataji sull’aspetto sottile degli elementi – 1998
Trattamenti e tecniche
Il primo trattamento che consigliamo usando l’elemento aria è respirare. Respirare naturalmente, magari nella natura quando è possibile. Sembra ovvio, scontato, però spesso se ne dimentica l’importanza.
Per il canale destro. Una delle tecniche che fa uso delle vibrazioni per equilibrare il lato destro è proprio quella che fa uso dell’elemento aria: vedi Semplice tecnica per rilassare i canali energetici.
Esercizi di Pranayama. Ci sono un paio di esercizi di respirazione che possono essere utili. Siccome in Sahaja Yoga, lo stato di meditazione è raggiunto spontaneamente, tramite la nostra stessa energia interiore Kundalini, non viene data importanza eccessiva agli esercizi di respirazione. Questo perché l’attenzione prolungata sull’attività respiratoria va a bloccare il lato destro, in quanto forza la modalità volitiva di una funzione spontanea.
Quindi questi esercizi possono essere praticati ogni tanto, quando ne sentiamo il bisogno.
Respirazione alternata
- Si espira dalle due narici.
- Si chiude la narice destra col pollice e si inspira lentamente dall’altra.
- Si chiudono entrambi le narici rimanendo qualche secondo in apnea.
- Si chiude la narice sinistra con l’indice e si espira da quella destra.
- Si rimane in apnea per qualche secondo (senza aria).
- Si tiene chiusa la narice sinistra e si inspira lentamente con quella destra.
- Si rimane in apnea.
- Si espira dalla narice sinistra.
Esercizio per il diaframma
Generalmente nelle persone il movimento respiratorio avviene in modo diverso. Quando si espira effettivamente si effettua una contrazione (spontaneo) muscolare per ridurre la dimensione della gabbia toracica e quindi dei polmoni per spingere l’aria fuori; quando invece si inspira, allora i muscoli si rilassano e l’aria entra spontaneamente nei polmoni. Nella contrazione muscolare, alcune persone (generalmente gli uomini) vanno a contrarre e decontrarre il diaframma, mentre altre (di solito le donne) vanno a muovere il torace.
In questo esercizio, andremo a usare entrambi questi due movimenti, in modo da mobilitare maggiormente i muscoli legati alla respirazione.
Si inspiri lentamente senza riempire completamente i polmoni. Poi, con i polmoni pieni, si vada a spingere il diaframma verso il basso, in modo che si allarghi la pancia; dopo un 2 o 3 secondi, si lasci andare il diaframma verso l’alto e si vada invece ad allargare il torace. Si ripetano questi movimenti un paio di volte prima di rilasciare l’aria. Si ripeti l’esercizio 2 o 3 volte.
Dopodiché si provi a fare lo stesso esercizio stando sdraiati, verificando se è più semplice o più difficile.
Questo esercizio è molto utile per coloro che tendono a respirare quasi in apnea o in maniera irregolare. Ma, come dicevamo prima, è meglio lasciare che la respirazione rimanga un funzione naturale.
L’angolo della poesia
‘O vienticiello
Ih, che bell’aria fresca
se sente stammtìna
è ‘na refola d’aria marina
che mme fà risciatà.
Poi la frescura arriva,
passa int’a culonna;
Maronna mia, Maronna,
me sento ‘e cunsulà.
Infine ‘o vienticello
arriva ‘n coppa ‘a capa
e ‘o core mio s’arape
pe’ la felicità.
Poesia in napoletano