Capitolo II ~ La Gioia della Realizzazione del Sé
- Raja Janaka disse:
È meraviglioso essere puri e in pace, la consapevolezza che va oltre la naturale causalità.
Fino ad ora sono solo stato ingannato dall’illusione. - Dalla stessa luce questo corpo e l’universo intero appaiono.
Io sono Tutto o Niente. - È meraviglioso aver vinto l’illusione del corpo e del mondo e grazie alle proprie capacità aver aver avuto visione del Sé Supremo.
- Così come le onde, la schiuma e le bolle non differiscono dall’acqua, allo stesso modo l’universo emanato dal Sé non differisce dal Sé.
- Se guardi da vicino un panno, vedrai solo i fili che lo compongono; se guardi in profondità la creazione vedrai solo il Sé.
- Come il succo della canna da zucchero è dovunque pervaso dalla dolcezza, così tutto il mondo prodotto da Me è completamente permeato da Me.
- Non conoscendo il Sé, il mondo si materializza. Conoscendo il Sé, il mondo svanisce.
Quando non si riconosce, una corda può apparire come un serpente, ma quando si riconosce essa appare per quello che è. - Io non sono nient’altro che luce, e l’universo non è altro che il riflesso di Me.
- Il miraggio dell’universo appare in me, come un luccichio argenteo può apparire in una madre perla, come un serpente può apparire in una corda, come un miraggio d’acqua si può intravedere all’orizzonte di un deserto.
- Come un vaso ritorna nell’argilla, un onda nell’acqua, un braccialetto nell’oro, così l’universo ritornerà in Me.
- Omaggio a me, essere meraviglioso, che non decado e non perisco quand’anche Brahma e tutto l’universo fino all’ultimo filo d’erba dovessero essere distrutti.
- Omaggio a me, essere meraviglioso, che nonostante il corpo sono Uno.
Io non vengo e non vado, perché in ogni istante sono ovunque. - Omaggio a me, essere meraviglioso, io stesso sono stupito dei miei poteri.
L’universo appare in me ma non posso toccarlo. - Omaggio a me, essere meraviglioso, io che non sono niente o sono tutto ciò che la mente o la parola possano enunciare.
- In realtà, la conoscenza, il conoscitore e l’oggetto della conoscenza non esistono.
Io sono il candido Sé nel quale essi sono ritratti dall’ignoranza. - Il dualismo è la causa di ogni miseria.
L’unico rimedio è di scoprire che vedere il mondo esteriore come molteplice è solo frutto di immaginazione e che in verità io sono Uno.
Io sono Pura Consapevolezza e la felicità è dentro di me. - Io sono solo Consapevolezza.
Per ignoranza sono limitato dalla maya.
Tenendo sempre conto di questo, dimoro nell’Assoluto. - Veramente tutto esiste e non esiste in me.
Per me non c’è né schiavitù né liberazione.
L’illusione ha perso la sua presa su di me. - Avendo riconosciuto per certo che questo mondo e il corpo sono senza forma o sostanza, mentre la mia essenza è Pura Consapevolezza, come potrebbe fare ancora effetto su di me l’immaginazione?
- Il corpo, il paradiso e l’inferno, la schiavitù e la liberazione e anche le paure sono solo immaginazione.
Cosa dovrei farmene di queste cose, visto che io sono Pura Consapevolezza? - Io non vedo differenza o separazione.
Persino una folla di gente mi appare come un una cosa sola.
Cosa dovrei farmene dell’attaccamento visto che sono diventato libero come un selvaggio? - Io non sono il corpo, né possiedo un corpo.
Non sono una persona, ma Consapevolezza.
Fu la mia sete di vita a legarmi ad una vita apparente. - Nell’oceano infinito del mio Sé, i venti della mente creano miriadi di onde che, come mondi sorprendenti, si affacciano nella mia esistenza.
- Ma quando il vento si placa nello sconfinato oceano del mio Sé, la nave della mia persona vi s’immerge sprofondando e portandosi dietro tutto il suo mondo illusorio.
- Com’è meraviglioso! Nell’oceano sconfinato del mio Sé, le onde della vita si sollevano, collidono, giocano per un po’ e poi scompaiono, seguendo la loro natura.
Brahma: indica il principio eterno, immutabile e onnipervadente di Dio.
maya: l’immaginaria illusione del mondo (vedi articolo).
Assoluto: traduzione di “Nirvikalpa”, che indica uno stato senza dubbi, in cui la Verità è completamente manifesta in noi
persona: traduzione di “jiva”, che indica la nostra manifestazione terrena; viene tradotto anche con anima.