La teoria dell’evoluzione spirituale nella tradizione orientale

Per comprendere pienamente il senso di quanto andremo a presentare nei prossimi articoli, è bene fare un’introduzione che potrà essere utile per chi è a digiuno riguardo la dottrina dell’evoluzione spirituale, così com’è intesa nella tradizione indiana e anche in altre tradizioni.
Come la scienza ha dimostrato (Teoria dell’evoluzione presentata da C. Darwin), l’essere umano (e anche gli animali) è parte di un ciclo evolutivo: è partito da uno stadio di ameba fino a giungere al livello di homo sapiens. In parallelo a questa evoluzione fisica ed intellettiva, si ha avuto anche una evoluzione spirituale; per cui si è partiti da forme grezze ed elementari di adorazione di elementi della natura o di idoli, fino a giungere alla comprensione dell’esistenza di un unico Dio. Un’evoluzione lenta che ha previsto diverse fasi.

evoluzione

La domanda nasce spontanea:

Come è possibile essere partecipi di un ciclo evolutivo che dura millenni e più, se la nostra vita dura solo qualche anno?

Secondo la tradizione indiana questo è possibile se consideriamo che la nostra vera essenza non è il corpo, ma lo Spirito: il corpo è effimero, lo Spirito (detto anche Sé o Atma in sanscrito) è eterno; celato nel nostro cuore, il nostro Sé (o Spirito) cerca di riconnettersi con il Sé Assoluto (Paramatma o Brahman) che lo ha generato.

L’ostacolo a questo raggiungimento è il corpo causale del nostro essere sottile. Il corpo causale viene incapsulato nei chakra, che memorizzano lo stato raggiunto. Il corpo causale insieme all’Atma costituisce la nostra anima (jiva), la quale lascia il corpo nel momento della morte e attende il momento giusto (determinato dal proprio karma) per ritornare alla vita con in nuovo corpo. Quindi il corpo causale, portando con sé l’impronta della vita terrena precedente, determinerà lo stato di partenza nella nuova vita e influenzerà il suo sviluppo. Naturalmente nell’arco della propria vita, una persona può migliorare, raggiungendo un livello più alto o più basso a seconda delle proprie scelte.

È possibile tornare indietro nel processo evolutivo, ovvero da essere umano ad animale? In alcuni casi è possible. Ed è anche possibile che animali si incarnino in esseri umani; in genere gli animali più evoluti, come cani, cavalli, delfini, etc.

Secondo questa logica, la nostra esistenza non limitata ad un’unica vita, ma dopo una morte l’anima ritorna a vivere in un nuovo corpo per portare avanti la propria evoluzione; questo ciclo di “nascita, vita, morte e rinascita” è detto samsara. Quando moriamo, quello che abbiamo fatto nella nostra vita, come siamo stati, quanto siamo maturati o regrediti a livello spirituale viene memorizzato nei nostri chakra e nella nostra Kundalini e questo bagaglio informativo, detto karma, ce lo portiamo nella vita terrena successiva. Per cui ogni nostra vita viene in qualche modo condizionata dal karma della vita precedente e il nostro compito è di migliorare al fine di ottenere la liberazione (moksha) da ogni possibile karma, in altre parole di diventare puri e quindi essenzialmente diventare lo Spirito.

samsara Samsara – il ciclo dell’esistenza

Ora, ottenere la liberazione potrebbe sembrare facile se non fosse che si è continuamente distratti dalla illusione del mondo (maya) che fa credere che tutto ciò che si percepisce con i sensi sia reale. Credendo che il mondo tangibile sia reale, le persone credono che sia più importante realizzarsi ed avere successo nella vita mondana e la loro attenzione si allontana dal Sé, dalla loro vera essenza. Nel momento in cui l’attenzione di allontana dal Sé che è una fonte inesauribile di gioia e armonia, la felicità delle persone andrà sempre più a dipendere da fattori esterni ed effimeri. In questo modo si crea un legame con il mondo tangibile che ostacola l’ottenimento della moksha.

L’allontanamento dell’attenzione dal Sé porta all’identificazione con il corpo e la mente: la mente con tutte le sue miriadi di sfaccettature dà una visione distorta della realtà e fa credere che esista una separazione tra se stessi e il tutto.

Un’idea  che piò aiutare ad avere un’intuizione di come si manifesta l’illusione del mondo è suggerita da un noto film: Matrix. Al di là della trama fantascientifica, quello che colpisce è la possibilità di creare un mondo, una vita compresa di sentimenti ed ambizioni, a partire dal programma di un computer che va semplicemente a stimolate le sinapsi del cervello umano: la vita creata da una proiezione mentale!
Ad un certo punto, avviene il risveglio, la realizzazione di sé stessi e poi, nel caso del protagonista, la capacità di andare persino oltre l’illusione, oltre Matrix.

Questa storia ricorda la storia del Buddha Siddharta Gautama (ed è davvero un’interessante coincidenza che l’attore abbia recitato entrambe le parti (Piccolo Buddha)). Come noto, anche Siddharta ad un certo punto della sua vita è riuscito a vedere le illusioni del mondo e, nel momento in cui è riuscito a superarle, ha trovato un solo modo per definire il suo nuovo stato interiore: Buddha, il risvegliato.

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2 commenti

  1. e molto vero che noi tutti viviamo di materialità e non diamo molta inportanza ha quello che siamo veramente e alle varie missioni che abbiamo in questa vita di passaggio .da un po di tenpo pratico il buddismo di nichiren daishonin e dvo dire che e incredibile quanto mi abbia portato beneficio nella mia vita .questo buddismo lavora molto su causa ed effetto ma anche sul nostro carma passato e il carma delle prossime vite non affidiamoci all,esterno ma inpariamo a conoscerci meglio entrando dentro noi stessi senza avere paura di affrontare i nostri limiti inpariamo a credere in noi stessi xchè da qualche parte dell,universo esiste un qualcuno che crede in noi affidiamoci e non ci sentiremo mai soli

    1. Diciamo che una volta ottenuta e stabilizzata la Realizzazione del Sé, il karma non esiste più. Il karma è prodotto dal nostro ego, ma una volta che il nostro Agnya chakra è purificato il karma svanisce.

I commenti sono chiusi.

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