Quando Arjuna vide i suoi parenti faccia a faccia, chi in un esercito, chi nell’altro, fu sopraffatto dalla pietà e così parlò con cuore afflitto:
“Io non posso quindi uccidere i miei propri parenti, i figli del re Dhristarastra, il fratello di mio padre. Anche se costoro, avendo la mente sopraffatta dalla cupidigia, non vedono il male nella distruzione di una famiglia, né nel tradimento degli amici, perché noi, che vediamo il peccato della distruzione, non dovremmo scongiurare tutto questo terribile male?”
