- Shri Krishna disse: Chi compie il suo dovere senza aspettarsi una ricompensa terrena, è sia un Sanyasi che uno Yogi; ma non chi non compie il suo dovere o che si astiene da ogni attività.
- O Arjuna, devi sapere che il Sanyasa della rinuncia è anche lo Yoga dell’azione santa, perché nessuno può essere uno Yogi se non rinuncia ai suoi pensieri.
- Quando il saggio vuol salire alle altezze dello Yoga, egli segue il sentiero dell’azione; ma quando raggiunge lo Yoga, egli segue quello della quiete (della cessazione delle attività).
- Egli raggiunge le altezze dello Yoga quando arrende la sua volontà terrena: quando non è legato al desiderio di gratificazione dei sensi, e non è legato dalle sue azioni terrene.
- Con l’aiuto del Sé l’anima deve essere elevata dalla sua natura materiale e non si deve permettere all’anima di degradarsi. Perché l’anima può essere un’amica, o può essere una nemica.
- L’anima dell’uomo è la sua amica quando attraverso lo Spirito egli l’ha conquistata; ma quando un uomo non è signore della sua stessa anima, allora essa diventa il suo stesso nemico.
- Chi ha conquistato la sua mente, trascendendo la dualità di attrazione e avversione – nel freddo o nel caldo, nel piacere o nel dolore, nella gloria o in disgrazia – è fermamente stabilizzato nel Sé Universale (paramatma).
- Quando, contento per la sua conoscenza acquisita e per la sua esperienza diretta di realizzazione interiore, uno è il maestro della sua vita interiore (rimane tranquillo in ogni circostanza e i suoi sensi sono sempre sotto controllo), considera allo stesso modo una pepita d’oro o una zolla di terra; allora questi è detto uno yogi realizzato.
- Di molto superiore è colui che si comporta allo stesso modo con parenti, con amici o nemici, con le persone imparziali, quelle indifferenti o che lo invidiano, con i santi o i peccatori.
- Ogni giorno, lo yogi deve meditare sul proprio Sé: stando solo in un luogo appartato, con l’attenzione ferma dentro di sé, senza sperare nulla, senza desiderare nulla. [1]
- Egli deve trovare un posto puro ed un sedile che sia riposante, né troppo alto né troppo basso, con erba sacra (kusha) e una pelle (di daino) e un telo sopra.
- Quindi sedendo fermo in quel posto, controllando la mente e i suoi sensi, cercando di mantenere l’attenzione ferma, questi dovrebbe rimanere in questo stato meditativo di yoga (di unione con il Tutto), per purificare la propria mente.
- Con corpo eretto, testa e collo tranquilli e senza movimenti, con lo sguardo fermo, e non guardando in ogni direzione;
- con l’anima in pace, e senza paura, e forte nel suo voto di castità, completamente sottomettendo la mente, che egli si riposi la sua attenzione su di Me, il Dio Supremo.
- Lo yogi che, signore della sua mente, si dedica costantemente alla meditazione sul Sé, attinge alla pace perpetua, che è la Suprema Beatitudine che è in Me.
- Yoga è armonia. Non è per colui che mangia troppo, o che mangia troppo poco, o per colui che dorme troppo o troppo poco.
- Armonia nel mangiare e nel riposare, nel dormire e nel tenersi svegli: una perfezione in qualsiasi cosa si faccia. Questo è lo Yoga che allevia da ogni miseria.
- Quando la mente dello Yogi è in armonia e trova pace nello spirito interiore, quando tutti gli affannosi desideri sono spariti, allora egli è uno Yukta, uno in Dio.
- Così come una fiammella non sfarfalla in un posto senza vento, tale è l’attenzione ferma dello yogi che è nello stato meditativo dello yoga.
- Quando la mente è contenuta nella quiete dello Yoga, ed essendo purificata riesce a percepire il Sé e in esso trova piena soddisfazione,
- allora il ricercatore conosce la gioia dell’Eternità: una conoscenza percepita dalla ragione molto al di là di ciò che i sensi possono percepire. Egli dimora lì e non si muove dalla Verità.
- Egli ha trovato la gioia e la Verità, una visione per lui suprema. Egli è stabile: il più grande dei dispiaceri non lo muove.
- Essendo stabilizzato in questo stato, nessuna sofferenza può sconvelgerlo, perché non appena la sofferenza giunge viene dispersa. Sappi che questo è chiamato Yoga.
- Quando tutti i desideri sono stati abbandonati andando oltre i pensieri [2], la mente riunisce la moltitudine dei sensi erranti nell’armonia del raccoglimento,
- allora, con la ragione armata di determinazione, il ricecatore conceda serenamente la mente allo Spirito e tutti i suoi pensieri diventino silenziosi.
- E se mai la mente instabile e irrequieta erra lontano dallo Spirito, che egli la riconduca nuovamente allo Spirito.
- Così la gioia suprema viene allo Yogi, il cui cuore è in silenzio, le cui passioni sono in pace, che è puro dal peccato, che è uno con Brahma, con Dio.
- Lo Yogi, che costantemente fa esperienza della realizzazione del Sé (meditazione), è liberato da ogni impurità, e ben presto realizzerà la gioia dell’Eternità, l’infinita gioia dell’unione con Dio.
- Egli vede se stesso nel Sé di tutti gli esseri e vede tutti gli esseri nel suo Sé. Questa è la visione dello Yogi in armonia, la visione dell’Unità.
- Mi vede ovunque e vede tutto in Me: Io non sono mai dimenticato da loro ed Io mai Mi dimentico di loro.
- Lo yogi che, stabilizzato nell’unione con Me, Mi adora in tutti gli esseri come loro vero Sé, in qualunque circostanza si trova risiede in Me.
- O Arjuna, se comparato con il Sé uno considera tutto allo stesso modo, sia nella buona che nella cattiva sorte, un tale yogi è considerato il più elevato.
- Arjuna disse: Tu mi hai parlato di uno Yoga di costante unità, o Krishna, di una comunione che è sempre una. Ma la mente è incostante: nella sua irrequietezza io non posso trovare pace.
- O Krishna, la mente è inquieta, impetuosa, ostinata, dura da educare: dominare la mente sembra essere così difficile al pari del dominare i possenti venti.
- Shri Krishna disse: La mente è invero agitata, o Arjuna, è davvero difficile da padroneggiare. Ma può essere controllata con una pratica costante e con il distacco dalle passioni.
- Lo Yoga è difficile da raggiungere da chi non ha la mente sotto controllo; ma Io credo che possa essere raggiunto da chi si sforza con pratica costante di tenere la propria mente sotto controllo.
- Arjuna disse: E se un uomo si sforza, fallisce e non raggiunge la perfezione dello Yoga, perché la sua mente non è ferma nello Yoga, eppure ha fede, che fine farà, o Krishna?
- Lontano dalla terra e lontano dal cielo, vagando con i venti senza direzione, sparisce forse come una nuvola nell’aria, non avendo trovato il sentiero di Dio?
- Sii una Luce nella mia oscurità, Krishna: per favore dissipa il mio dubbio. Chi può dissipare questo dubbio se non Tu?
- Shri Krishna disse: Nè in questo mondo, né nel mondo celeste, questo potrà mai perire; poiché chi fa del bene, mio caro amico, non percorre mai il sentiero della male.
- Avendo fallito nel raggiungimento della realizzazione nello Yoga, questi dimora per innumerevoli anni nei luoghi dove si trovano coloro che hanno fatto del bene, e poi rinasce in casa di persone buone e grandi.
- Può persino rinascere in una famiglia di yogi, dove la saggezza dello Yoga risplende; ma nascere in una tale famiglia è un evento raro in questo mondo. [3]
- Comincia la sua nuova vita con la saggezza della vita precedente. Comincia a sforzarsi di nuovo, sempre in avanti, verso la perfezione.
- Poiché il suo desiderio e i suoi sforzi precedenti irresistibilmente lo spingono a cercare lo yoga, e tende ad andare oltre le parole dei libri sacri.
- E così lo yogi, volutamente sforzandosi di continuo, e avendo purificata l’anima dal peccato, raggiunge la perfezione attraverso molte vite e raggiunge il Fine Supremo.
- Sii uno yogi, Arjuna, perché lo yogi è superiore a coloro che seguono solo il sentiero dell’ascetismo, o della conoscenza, o dell’azione.
- E il più grande di tutti gli Yogi è colui che ha fede assoluta in Me, che ha sempre la sua attenzione interiormente rivolta verso di Me.
Note
[1] In questo capitolo Shri Krishna descrive la procedura della meditazione e lo stato della persona in meditazione nello stato di yoga; però non dice nulla su come si possa arrrivare a questo stato, come ci si possa purificare. Molto più tardi Dnyaneshwara, commentando questo sesto capitolo, parlerà della Kundalini e della sua attività di purificazione del nostro essere; discorso che è portato avanti e approfondito in Sahaja Yoga.
[2] praticamente si è nello stato di consapevolezza senza pensieri: nirvichara samadi.
[3] a quei tempi.