Il Sufismo: una via verso il cuore

Chi sono i sufi

I sufi sono coloro che rispondono alla chiamata di Dio, seguendo il percorso tracciato dal Profeta Mohammed (pace e benedizioni su di lui). Pur essendo mistici islamici per loro il sufismo è il cuore mistico presente in ogni religione. Per questo secondo loro i Sufi sono esistiti sempre.
Quando gli antichi Sufi, ricercatori autentici che seguivano altre religioni, come Cristianesimo, Ebraismo e Zoroastrismo, incontrarono il Profeta Mohammed (s.a.a.s.*) riconobbero in lui un rappresentante diretto della Verità e del Divino, se ne innamorarono e lo seguirono. Da lì il sufismo divenne una via Islamica.

Gruppo sufi
In un discorso Shri Mataji centra benissimo il senso della via Sufi e dei suoi praticanti:

Ho letto gli scritti dei Sufi turchi e di altre parti del mondo. Non so come traduciate la parola sufi, ma secondo la conoscenza indiana viene da saf, pulito, puro, quindi coloro che sono puri sono sufi e in loro si vede la grazia divina….ebbene loro hanno parlato solo di pace, non sapevano parlare di guerra.. quelli che parlano solo di guerra non hanno diritto di professare l’Islam, che vuol dire arrendersi fiduciosi a Dio…

Anche secondo i sufi “Safa” vuol dire purezza: i Sufi sono quindi i Puri. Per questo se chiedete a uno di loro se sia un Sufi, non sentirete mai dirgli sì, perché chi lo é, per modestia non lo dice. In genere preferisce definirsi Derviscio, ovvero “una persona che sta ancora in cammino per essere veramente un Sufi”.

Differenza tra Sufismo ed Islam

Non v’è in realtà nessuna differenza, essendo i sufi dei Musulmani a tutti gli effetti. La differenza sta nel fatto che l’interpretazione dell’Islam da parte loro è prevalentemente interiore e mirata alla ricerca di un contatto diretto con Dio, e successivamente all’unione con Lui. Se quindi l’Islam con i suoi precetti e regole è il corpo della Via, il sufismo, che parte da esso, e si sviluppa nella ricerca interiore e intima ne è a tutti gli effetti l’anima
Un Sufi definisce il suo sentiero come la via per eliminare i veli che si frappongono tra l’individuo e Dio, per essere Uno.

Lavoro sottile: similitudini e differenze con lo yoga

Eliminare i veli richiede un lavoro sottile su di sé, e i Sufi, sotto la supervisione di uno Sheikh, una guida autorizzata dal capo scuola, lavorano su una serie di centri sottili, chiamati Lataifa, che corrispondono in parte ai chakra dello yoga e in parte sono dei centri posti intorno al cuore.
Questo lavoro avviene con vari metodi, i più famosi sono il Dhikr, il ricordo di Dio, ovvero la ripetizione di alcuni dei 99 nomi di Allah, come se fossero dei mantra, e la Muraqaba, una meditazione che consiste nell’invocare il Divino e mettersi in ricezione di esso.

Sheikh Hassan Dyc durante un concerto a Roma
Sheikh Hassan Dyck durante un concerto a Roma

Ma sia la conoscenza dei centri sottili che la meditazione non vengono dati subito come nello Yoga. Per alcuni anni il discepolo riceve dal suo Sheikh gli esercizi generali, e quelli specifici, da fare a casa. Solo gradualmente gli vengono insegnate le conoscenze sottili. Questo non per tenere dei segreti, metodi e centri si trovano scritti in molti libri sufi, alla portata di tutti, ma per evitare rischi quali un rigonfiamento dell’ego del discepolo, la dispersione nella conoscenza erudita della Via, la ricerca dei poteri. Tutte cose che potrebbero distrarre l’allievo dalla vera finalità del cammino Sufi che è tutto improntato verso Dio Onnipotente.

Non pensare
di essere velato
da Allah
a causa di qualcosa
che non è Allah.
Non esiste nulla
oltre ad Allah.

 

Ciò che ti vela da Lui
è l‘illusione
che esista qualcos‘altro
oltre ad Allah.

Ahmad Ibn Ata‘ Allah

* alias, pace e benedizioni su di lui, espressione di rispetto verso il Profeta, usata dai sufi.

Articolo di Ivan Ibrahim Alibrandi

Un esempio di dhikr collettivo

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