Il saluto è un modo di comunicare alla persona che incontriamo il nostro piacere nell’incontrarla, ci sono diversi modi per farlo a seconda della cultura e della relazione che intercorre fra le persone che si salutano.
Esiste però un modo di salutarsi che trascende qualsiasi condizione umana degli individui, perché si riferisce a qualcosa di innato e profondo presente in tutti, indistintamente dalla loro estrazione sociale, dalla loro cultura, ecc.
Questo saluto è detto in sanscrito Namaste, che deriva dai due termini Namo e Aste e in senso letterale significa “riconoscimento dell’esistenza di una persona da parte dell’altra persona”, ovvero quando uno dice Namaste ad un altro significa “Io saluto e riconosco la tua esistenza nella società e nell’universo”.
Ma si può andare oltre il senso letterale del termine. Infatti quando si dice Namaste, si usa mettere le mani combacianti e poste di fronte al proprio cuore, un gesto che indica proprio: “Mi inchino al tuo Sé”. Inoltre la mani corrispondono al canale energetico destro e quello sinistro, per cui unendole al centro si indica l’unione dei due canali e quindi di tutto il proprio essere.
In particolare nella danza indiana, il gesto del saluto diventa un po’ più articolato. Infatti prima si tocca la Madre Terra e con rispetto la si omaggia e le si chiede scusa per calpestarla durante la danza; poi si rende omaggio a Dio unendo le mani in Namaste ma portandole in alto sopra la testa; poi si rende omaggio al proprio maestro/maestra d’arte, e le mani si uniscono all’altezza della fronte; infine si salutano gli spettatori portando le mani unite all’altezza del cuore.