Lo Yoga è un’antica filosofia originaria dell’India che si avvale di una tradizione tramandata da millenni e di trattazioni di alto valore spirituale (come gli antichi Veda o gli Yoga Sutra di Patanjali).
Eppure, per quanto sia antica, essa si basa su contenuti sempre attuali, perché precipui dell’essere umano. Essi definiscono la qualità intrinseca di ogni essere umano, come essa si sviluppa e come può essere migliorata per permettergli di raggiungere il livello più alto della propria evoluzione.
Nella storia, vari maestri illuminati hanno passato gli insegnamenti dello Yoga ai propri discepoli (di solito uno, due o poco più), nella speranza che essi potessero ascendere e ottenere la propria realizzazione spirituale. Il percorso che questi discepoli dovevano affrontare era generalmente molto arduo: dovevano lasciare la propria famiglia, magari vivere in isolamento nella foresta e sottoporsi a dure prove. Nonostante i sacrifici, non tutti i discepoli riuscivano ad arrivare alla meta.
L’estrema disciplina a cui i maestri sottoponevano i propri discepoli era per permettere loro di purificarsi, liberandosi da tutti loro vizi e i loro condizionamenti, affinché potessero ottenere la propria realizzazione spirituale. Allora e solo allora avrebbero potuto godere dei frutti dei loro sacrifici, vivendo in uno stato di assoluta beatitudine.
È ovvio che un percorso del genere sarebbe alquanto impraticabile a livello di massa.
Per questo motivo era necessario elaborare un metodo che permettesse la pratica dello yoga e la diffusione di tali preziose conoscenze al mondo intero, senza dover passare attraverso una rigorosa disciplina. L’idea era quella di permettere l’accesso allo yoga in modo semplice e naturale, senza dover rinunciare alla propria vita, ma anzi permettendo alla propria vita quotidiana di diventare un mezzo per la propria crescita.
Fu così che il 5 maggio del 1970, Shri Mataji Nirmala Devi trovò la soluzione a questo dilemma.
La soluzione più semplice era quella di permettere agli esseri umani di percepire immediatamente il loro benessere interiore, cosicché venisse spontaneo in loro il desiderio di dedicarsi a stabilizzare quello stato meraviglioso. Shri Mataji sapeva che l’unico modo per ispirare questa consapevolezza nelle persone poteva realizzarsi mediante il risveglio di un’energia sacra risiedente nell’osso sacro e chiamata in sanscrito Kundalini.
Una volta risvegliata, quest’energia sale lungo la colonna vertebrale ed attraversa i nostri centri energetici, per poi connettersi a livello dell’osso della fontanella (posto sulla cima della nostra testa) con l’energia universale. Yoga è un termine sanscrito che significa “unione” e corrisponde proprio all’unione fra la Kundalini e l’energia universale.
Dopo il risveglio sarà la Kundalini stessa a mostrarci la via per la nostra crescita, donandoci fin dal primo istante una sensazione di rilassamento e di rinnovata serenità. Sarà la Kundalini stessa a “purificarci”, perché passando per i centri energetici li nutrirà, li curerà e permetterà loro di raggiungere il massimo stato di benessere.
È per questo che tale tipo di yoga è stato chiamato sahaja, perché sahaja in sanscrito significa “innato” e quindi “spontaneo”: noi non dobbiamo fare null’altro se non permettere alla Kundalini di svolgere questo meraviglioso compito.