L’elefante nel buio

Un giorno, un re volle mettere alla prova i saggi del suo regno. Essi non facevano altro che discutere su ogni cosa e mai convenivano ad una verità assoluta.
Così fece portare un elefante in un salone ampio e buio. Nell’oscurità non si capiva di cosa si trattasse, perché le forme del pachiderma non si vedevano.
I quattro saggi furono invitati dal re ad entrare nella stanza e il re chiese loro di riferirgli cosa vi era nella stanza. Il salone era buio pesto e i quattro uomini riuscivano a malapena a camminare. Ognuno di loro si avviò verso direzioni diverse.

Allorché uno di loro si avvicino ad un orecchio dell’elefante, toccandolo subito tirò fuori la sua conclusione: “Signori, io so di cosa si tratta: è un enorme ventaglio!”.

Un altro si fece avanti, un po’ perché voleva contestare il collega e un po’ perché l’ipotesi gli sembrava affrettata. Ma anche lui, senza pensarci due volte, esclamò di aver compreso la natura dell’oggetto. Dopo aver toccato una zampa dell’elefante, constatandone la durezza, dichiarò che si trattava di una colonna.

Fu la volta del terzo erudito che, nel buio del salone, toccò il dorso dell’elefante. “Ci sono!” esclamò “Vi sbagliate entrambi cari colleghi. Non è né un ventaglio, né una colonna. È invero un trono, di inusitata grandezza!”.
Anche lui era convinto delle sue asserzioni e negava quelle degli altri.
L’ultimo del gruppo, che era il più saggio, si avvicinò all’elefante, ne accarezzò la ruvida proboscide e disse: “Voi dite che è un ventaglio, una colonna o un trono. Io stavo per dire che è un… Ma mi trattengo, perché a questo punto non ci capisco più nulla!”
Allora il re convocò i quattro saggi e disse cordialmente: “Non siete riusciti a scoprire che era un’elefante, ma mi avete ugualmente impartito una preziosa lezione: la nostra percezione della realtà è limitata dai nostri sensi e dalle nostre umane conoscenze.”
Solo la luce, intesa come la luce dello Spirito, ci permette di accedere alla Verità Assoluta.

Storia Sufi attribuita a Rumi

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