Maometto nacque nel 570 nella città di Mecca. Si dice che la sua nascita fu marcata da eventi eccezionali come un’immensa luce che splendeva da est ad ovest. Egli apparteneva ai Banu Hashim, una delle prominenti famiglie di Mecca, sebbene non fosse prosperosa nei primi anni di vita di Maometto. In arabo Maometto significa ‘colui che è molto lodato’.
Maometto ebbe l’occasione di entrare in contatto con gli Harif, un popolo monoteista, che non aderiva a nessuna religione rivelata. Durante i viaggi d’affari in Siria e nello Yemen con suo zio, Maometto incontrò molte tribù ebree e cristiane. Questi viaggi gli diedero l’opportunità di ampliare le sue conoscenze nei campi sociale e religioso.
A ventiquattro anni, Maometto entrò come carovaniere al servizio di una ricca vedova di nome Hadigiah.
Il primo incarico fu in Siria, insieme a Maysarah, un fidato di Hadigiah. Nel corso del viaggio, ogni volta che il sole si faceva rovente, arrivava una nuvola a proteggere la testa di Maometto. Un’altra volta, quando la carovana si fermò presso un eremo, fu un albero a chinare i propri rami per fargli ombra. Questi fatti colpirono Maysarah, che raccontò tutto alla sua padrona, la quale rimase colpita da quei segni di santità. Ben presto i Hadigiah e Maometto si sposarono, vissero felicemente per 25 anni ed ebbero 6 figli, tra cui Fatima.
Al compimento del suo quarantesimo anno di età, il Profeta, secondo l’uso arabo, si ritirò in una caverna sul monte Hira trascorrendo in preghiera lunghe notti e giorni. Durante una profonda meditazione, gli apparve una figura angelica (si dice essere l’Arcangelo Gabriele). che gli ordinò di leggere un testo scritto su di un rotolo di stoffa coperto di segni; Maometto, ridestatosi dallo stato meditativo, ebbe la chiara impressione di “avere un libro scritto all’interno del suo cuore”. Immediatamente rese partecipe la sua compagna di questo straordinario evento, ed Hadigiah riconobbe nel suo compagno il Profeta designato per il suo popolo. Dopo qualche tempo, un’ulteriore visione riconfermò a Maometto questa sua certezza.
Nel 610 Maometto cominciò a dare insegnamenti basati sulla Rivelazione ricevuta dall’arcangelo, che consistevano in una serie di regole di una religione monoteista, dedicata all’esclusivo culto di Dio, che era unico ed indivisibile. Ma le sue predicazioni causarono un immediata reazione dal parte delle religioni idolatre a Mecca.
Questi conflitti durarono per 13 anni e alla fine Maometto fu forzato ad andare a vivere a Medina. Questa fuga, la famosa Egira, sanzionò la rottura finale con coloro che erano senza fede e marcò l’inizio di un periodo di guerra. Nel gennaio 630, Maometto conquistò Mecca con un esercito di dieci mila seguaci e senza opposizione da parte dei suoi abitanti.
Maometto morì due anni più tardi a Medina.
Gli insegnamenti di Maometto sono raccolti nel Corano, che fu editato 40 anni dopo la sua morte.
Insegnamenti
Gli insegnamenti di Maometto furono di larghissima ampiezza e toccarono innumerevoli argomenti. Il giusto comportamento fu centro di profonde e ripetute riflessioni. Maometto chiamò Dio Allah.
Sulla moderazione
“Non uccidete i vostri cuori con l’eccesso di bere e di mangiare.”
“I più prossimi a me sono i sobri, chiunque essi siano, e dovunque si trovino.”
Sui sensi di colpa
“Non tormentare te stesso con la paura che Allah ti punisca.”
Sul riposo ed equilibrio
“Non lavorare troppo, perché logorando te stesso tu non cada malato.”
Sulla compassione
“Il Signore non ha compassione e commiserazione dei suoi servi eccetto per coloro che sono teneri e pieni di sentimento.”
Sulla jihad
“Il più eccellente jihad (lo sforzo sulla via di Allah) è quello per conquistare se stessi.”
“‘Dammi un consiglio’ chiese qualcuno e Maometto disse: ‘non andare in collera’.”
“Non è così forte potente colui che si scaglia sulla gente, ma è forte invece colui che allontana da se stesso la rabbia.”
Sull’educazione
“L’umiltà e l’educazione sono qualità della misericordia.”
“Certamente per un uomo è meglio insegnare la buona educazione a suo figlio che dare un quintale di grano in elemosina.”
Sulla via di mezzo e sul buon carattere
“Un buon carattere, la riflessione nelle cose e una via di mezzo in tutte le cose, sono una parte delle ventiquattro parti delle qualità dei profeti.”
“Certamente i più cari fra voi sono quelli dai migliori caratteri.”
“Io sono stato mandato per spiegare chiaramente cosa significa un buon carattere.”
Sulle maryadas
“Andate dritti per la strada senza girare, non oltrepassate le porte altrimenti vi perderete; le porte aperte sono le cose che Allah ha vietato, i sipari davanti le aperture i limiti stabiliti da Allah.”
“Sono stati fissati i confini, perciò non li superate.”
Sulla devozione
“Neanche un minimo della devozione di un uomo è accettabile da Allah se non è fatta con l’intelligenza e vera partecipazione del cuore.”