Un paio di giorni fa ho avuto un’esperienza particolarmente interessante.
Era sabato sera e attendevo l’incontro di meditazione collettivo per i “vecchi” praticanti di Sahaja Yoga, che si tiene comunque ogni sabato. In particolare, sabato scorso il programma era dedicato ai bambini, ovvero erano i bambini stessi a guidare la meditazione. Contrariamente a quello che uno potrebbe pensare, i bambini hanno una capacità di trasmettere amore, e quindi vibrazioni, incommensurabile e quindi le meditazioni con i bambini sono sempre molto gioiose e intense.
Ero appena arrivata e accomodata su una sedia, quando una yogini (una donna praticante yoga si chiama yogini) è giunta con un bel bambolotto in braccio. Era il figlio di sei mesi di sua nipote e lei l’aveva portato con sé alla meditazione; peraltro quella era la prima volta che lui attendeva un incontro collettivo di meditazione. Mentre lei si accomodava vicino a me mi ha chiesto di tenerle il bambino, di nome Micheal, ed è andata a finire che l’ho tenuto per tutta la sera.
Ed è stata un’esperienza incredibile, in particolare quando ci siamo seduti avanti insieme agli altri bambini. Micheal era così emozionato che non riusciva a contenere la sua eccitazione: non faceva altro che agitare le sue braccia, soprattutto quando c’era la musica, come se volesse ballare; guardava a destra e a manca, come se non volesse farsi sfuggire niente; e poi, quando abbiamo intonato dei mantra e dei canti, allora era là pronto a cantare pure lui, a modo suo, e a a ridere per la contentezza. Era davvero uno spettacolo!
Alla fine, era così pieno di energia (sicuramente doveva averne assorbita molta) che, pur se stanco, non riusciva a prendere sonno.
Allora, vedendo questo totale assorbimento del piccolo Micheal, mi sono detta fra me e me: “Ah, se fossero tutte così le persone, raggiungerebbero l’illuminazione in un lampo!”
Il suo è proprio un esempio di cosa vuol dire essere completamente nel presente, senza condizionamenti e senza ambizioni: solo pura gioia!
Certo, uno potrebbe dire che comunque i bambini piccoli non hanno discriminazione e che non possono scegliere dove andare e che non hanno nessun passato o dispiaceri da dimenticare. Questo è vero fino ad un certo punto; in verità i bambini sono molto sensibili e se li si porta in un posto dove si sentono a disagio, in un modo o nell’altro (magari piangendo) lo comunicano.
Alla fine rimane comunque il fatto che sono le barriere che ci creiamo con la nostra mente ad essere il vero ostacolo per la nostra crescita, in quanto ci impediscono di assorbire il buono che c’è intorno a noi. Noi lasciamo che queste barriere sorgano nell’illusione che esse ci proteggano, ma poi finisce che esse si trasformino in zavorre che ci impediscono di ascendere.
Sganciamo le zavorre, una ad una, affinché il nostro sé possa librarsi e noi possiamo raggiungere le più alte vette della nostra consapevolezza.
grazie di cuore,ne avevo bisogno.rosaria di monza