Viveka Chudamani – Il Sommo Gioiello della Discriminazione

Versi 310-319: Azioni, pensieri e vasanas

Avendo una volta conquistato questo nemico, l’ego, non un solo momento di riposo dovrebbero essere dato per lasciarlo indugiare sugli oggetti tangibili. Questo è proprio ciò che lo riporta in vita, proprio come l’acqua che rianima un albero di cedro rinsecchito.
Quella persona sola, che si identifica con il corpo, è avida dei piaceri dei sensi. Come può uno privo della idea del corpo essere avido? Quindi, la tendenza a indugiare sugli oggetti tangibili è invero la causa del legame con l’esistenza terrena e il senso di dualità.
Quando gli ‘effetti’ sono rigogliosi, i ‘semi’ anche sono osservati accrescere. Quando gli ‘effetti’ sono distrutto, i ‘semi’ anche sono distrutti. Perciò, l’effetto deve essere domato.
Attraverso l’incremento dei desideri (vasanas*), il lavoro ‘egocentrico’ aumenta e quando c’è un incremento del lavoro ‘egocentrico’ c’è anche una crescita dei desideri. Così, la trasmigrazione di una persona non giunge mai alla fine.
Al fine di spezzare la catena della trasmigrazione, uno dovrebbe ridurre in cenere questi due (desideri egoistici e azioni); giacché, soffermandosi su gli oggetti tangibili e compiendo azioni egoistiche conduce all’aumento dei vasanas o dei desideri.
Nutrito da questi due (pensiero e azione egoistica), i vasanas anche producono la propria trasmigrazione. Questi tre, comunque, sono distrutti da considerare tutto, sotto tutte le circostanze, sempre…
…ovunque e in tutti i rispetti, come Brahman e solo Brahman. Attraverso il rafforzamento del desiderio di essere uno con Brahman, quei tre saranno annientati**.
Con la fine delle azioni egoistiche, rimuginare sugli oggetti tangibili finisce, il che è seguito della distruzione delle vasanas. La finale distruzione delle vasanas è la liberazione. Questo è riguardato come Liberazione-nella-Vita.
Quando il desiderio di essere uno con Brahman è vividamente cresciuto nell’esprimersi, le ego-centriche vasanas prontamente spariranno, proprio come la più intensa oscurità sparisce al bagliore radiante del sole nascente.
L’oscurità, e il male che ne viene, non vengono notati quando il sole sorge. Così anche, nella diretta Realizzazione dell’Assoluta Beatitudine, non c’è né schiavitù né ma minima traccia di miseria.

* La parola sanscrita ‘vasana’ è difficile da tradurre. Può denotare sia il “desiderio” come pure “l’impressione residua”. Un desiderio ripetuto anche crea e lascia una sottile impressione indietro tale che si stabilizzi come una ‘tendenza’ o diventi ‘sanskaara’. Questi sanskara (tendenze latenti) sono quelli che portano al samsara, il mondo del divenire.
** Ovvero, l’indugiare sugli oggetti tangibili, le azioni egocentriche e impressioni latenti.

Versi 320-329: I rischi della negligenza

Provocare la scomparsa dell’universo percepito (sia quello esteriore che interiore), e meditare sulla Realtà, la Beatitudine-Incarnata, uno dovrebbe passare il proprio tempo vigile su ogni residua prarabdha*.
Uno non dovrebbe mai essere negligente nella sua permanenza nel Brahman. Il figlio divino del Creatore, ha definito la negligenza essere come la morte stessa.
Per il saggio non c’è più grande pericolo della negligenza sulla propria vera natura. Da questo viene l’illusione; dall’illusione viene l’egoismo; dall’egoismo viene la schiavitù; e dalla schiavitù viene la miseria.
Trovare uno che aneli dietro gli oggetti tangibili, la dimenticanza (in una mente distorta), disorienta persino una persona saggia, proprio come una donna tormenta il suo appassionato amante.
Come il muschio, anche se rimosso, non sta via almeno per un momento, ma finisce per ricoprire l’acqua, così anche l’illusione copre persino i saggi, anche se riluttanti.
Se la mente mai divaga anche solo leggermente dal suo ideale e diverte da esso, allora va sempre più giù, proprio come una palla, inavvertitamente lasciata cadere su una rampa di scale, e rimbalza giù per le scale.
Quando la mente si volge verso gli oggetti tangibili, cerca la sua finalizzazione nelle loro qualità. Da questa determinazione sorge il desiderio. Dopo aver desiderato, una persona cerca di ottenere quella cosa.
Attraverso l’inavvertenza, una persona può deviare dalla Reale Natura. L’uomo, che ha così deviato, cade. Il caduto finire per andare in rovina e raramente è visto risorgere di nuovo.
Perciò, proprio come i cibi, proibiti dal dottore, non sono presi dal malato, uno dovrebbe totalmente abbandonare l’abitudine del pensare agli oggetti tangibili, che è la causa primaria di tutti i guai.
Perciò, per il perspicace conoscitore del Brahman, non c’è più grande morte della negligenza. Ma uno che regolarmente pratica concentrazione profonda ottiene completo successo. Quindi, attentamente concentrati sul Brahman nella tua mente.

* Prarabdhaa, una collezione di passati karma, che sono pronti da essere sentiti attraverso il corpo della presente vita.

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