Versi 379-383: Meditazione, la tecnica
Fissando la mente fermamente sul Brahman, il punto della concentrazione, trattenendo gli organi dei sensi nei loro rispettivi centri, tenendo il corpo fermo e non avendo un pensiero per il suo mantenimento, conseguendo l’identità con il Brahman ed essendo Uno con esso, continuamente nutriti della Beatitudine del Brahman nel suo proprio Sé. Di quale uso sono le altre cose? Esse sono interamente false, vuote!
Avendo rinunciato a tutti i pensieri del non-sé, che è impuro e sorgente di miseria, dimora nel Sé, l’Assoluta Beatitudine e la sorgente della liberazione.
Eternamente splende questo Brahman, il Testimone (auto-luminoso) di ogni cosa, che sempre si manifesta nell’involucro dell’intelletto. Rendendo questo Atman, che è distinto dall’irreale, l’obiettivo della contemplazione, medita su Esso con tuo Sé, eliminando tutti gli altri pensieri.
Medita continuamente su questo Atman, senza alcun intervento di alcun altro pensiero, uno deve distintamente realizzarLo come il proprio Reale Sé.
Rafforzando la propria identificazione con questo Sé e rinunciando a tutte le identificazione con l’ego, ecc, uno deve vivere con nessuna preoccupazione per loro, come se esse fossero delle banalità come un vaso rotto o qualcosa di simile.
Versi 384-397: Continua attenzione sul Sé
Fissando il purificato organo interiore sul Sé, che è il Testimone e la la Conoscenza Assoluta e gradualmente rendendolo quieto, uno dovrebbe osservare lo stato di pienezza del proprio Sé.
Libero da tutte le limitazioni come il corpo, gli organi di senso, i prana, la mente e l’ego che sono proiezioni della propria ignoranza, fa che uno venga a realizzare il Sé (Atman), l’Indivisibile e Infinito, come lo spazio onnipervandente.
Avendo fatto cadere centinaia delle sue limitazioni come quella di un vaso, una brocca, un fienile o l’occhio di un ago, lo è riconosciuto come uno e non come molti. Così anche, il Puro Supremo (Brahman) è invero Uno, quando liberato dall’ego e il resto.
A partire dal Brahma fino giù al filo d’erba, tutti queste cose insieme sono irreali. Perciò, uno dovrebbe realizzare il proprio Sé come unico e solo esistente Principio.
Dove per errore, qualcosa è immaginato esistere, là, con la giusta discriminazione, il Reale stesso è riconosciuto – non essendoco altri che quello. Con l’errore rimosso, il serpente che falsamente è percepito come realtà svanisce e la corda appare come realtà. Così anche, l’intero universo è, in verità, solo il Sé.
Il Sé è Brahma, il Sé è Vishnu, il Sé è Indra, il Sé è Shiva* – il Sé è questo intero universo. Invero, niente esiste a parte il Sé.
Il Sé è dentro, il Sé è fuori; il Sé è di fronte, il Sé è di dietro; il Sé è a sud, il Sé è a nord; esso è anche sopra e sotto.
Proprio come l’onda, la spuma, il mulinello, le bolle, ecc. sono in essenza niente altro che acqua, così anche la Consapevolezza solamente è tutto dal corpo ecc, all’ego. Veramente, tutto è l’omogenea, pura Consapevolezza solamente.
L’intero universo conosciuto attraverso il discorso e la mente non è altro che Brahman. Non c’è altro Brahman, che esiste anche oltre il recinto di Prakrti**. Possono la brocca, il barattolo, il vaso, ecc. essere mai qualcosa di diverso dall’argilla di cui sono fatti? Brillo del vino dell’illusione (Maya), l’illuso parla usando i termini “TU” e “IO”.
Con molti predicati, lo Sruti dichiara l’assenza della dualità con la frase “Dove non ‘cè niente altro..” in modo da rimuovere tutte le sovrapposizioni.
Come il cielo, il supremo Brahman è assoluto incontaminato, senza limiti, immobile e senza modificazioni, Esso non ha né dentro né fuori; Esso è Una Sola Esistenza e Non.duale ed è il proprio Sé. C’è una qualche altra cosa degna di essere conosciuta?
Qual è il senso di soffermarsi su questo argomento? L’individuo non è altro che il Brahman solamente; l’intera estensione di questo universo non è altro che Brahman solamente. Lo Sruti evidenzia il fatto che Brahman è non-duale; ed è un innegabile fatto che coloro che sono illuminati che hanno stabilizzato la loro identità con Brahman e che hanno abbandonato la loro associazione con il mondo esteriore, vivono sempre in unione con Brahman, Eterna Conoscenza e Beatitudine.
Prima abbandona i desideri generati dal senso dell’IO nel corpo fisico, che è una matassa di sporcizia; poi, con grande perseveranza, fa lo stesso con il corpo sottile. Realizzando Brahman – la personificazione dell’eterna Beatitudine – che le scritture lodano come tuo Sé, vivi come Brahman.
Fino a che uno adora il suo corpo (che è come una cosa morta), uno è impuro e soffre a causa di altri e della nascita-morte-malattia. Ma quando uno pensa a se stesso come il Puro, l’Auspichevole, l’Inamovibile, certamente diventa libero da loro – lo Sruti anche testimonia questo.
* Bhrama, Vishnu e Shiva sono la Trimurti: Brahma è il creatore, Vishnu il preservatore e Shiva è il distruttore e anche colui che gioisce della creazione. Indra è il capo degli dei nella mitologia indiana; è anche il dio della pioggia e della tempesta.
** Prakrti o Prakriti è il costituente base dell’universo ed è alla base di tutte le attività della creazione.