Versi 472-479: Esperienza dell’Essere il Sé
I rinuncianti che hanno abbandonato tutti gli attaccamenti e scartato tutti i godimenti dei sensi, che sono calmi e controllati, realizzano questa suprema Verità. E alla fine, essi ottengono la Beatitudine Suprema come un risultato della Realizzazione del loro Sé (atmayogat).
Anche tu, discriminando così, sii stabilizzato in questa Verità Superiore, la reale natura del Sé che è Beatitudine Assoluta, e scrolla via l’illusione creata dalla tua mente, sii liberato e illuminato e realizza il tuo destino.
Percepisci la natura del Sé con l’occhio della perfetta Conoscenza attraverso il Samadhi, dove la mente portata ad una quiete completa. Se le dichiarazioni dello Sruti (udite dal Maestro) sono perfettamente capite senza una traccia di dubbio, questo non può più guidarti allo scetticismo.
Quando il Sé, l’Esistenza-Conoscenza-Beatitudine, è realizzato, attraverso la liberazione dalla schiavitù dell’ignoranza, allora le scritture, i ragionamenti logici, le parole del Maestro – queste sono prove; la realizzazione interiore della propria mente concentrata è un’altra prova.
Schiavitù e liberazione, contentezza e ansietà, salute, fame, ecc. sono direttamente noti solo dalla persona preoccupata; gli altri ne hanno conoscenza per mera inferenza.
Stando dall’altra parte*, i maestri e le scritture istruiscono il discepolo; il dotto deve attraversare l’Oceano (di avidya) grazie all’illuminazione concessa dalla Grazia di Dio.
Conoscendo il proprio Assoluto Sé attraverso la Realizzazione, diventando perfetto, uno dovrebbe stare faccia a faccia davanti al Sé, con la mente libera da tutti i concetti di dualismo.
La visione conclusiva di tutte le dottrine Vedanta è questa: che il sé individuale come pure l’intero universo sono in verità solo il Brahman; che la liberazione significa dimorare nel Brahman, l’Indivisibile entità; l’affermazione che Brahman è non duale ha la sua comprovata autorità nelle scritture.
* Dall’altra parte dell’oceano di ignoranza, sulle spiagge sicure della Pura Conoscenza.
Versi 480-520: Espressione del discepolo che diventa il Sé
Attraverso le parole dei maestri, le dichiarazioni delle scritture e dal proprio ragionamento con i sensi controllati e la mente ferma, in un momento auspichevole realizzando la suprema Verità, una tale persona diventa immobile nella forma e perfettamente stabilizzato nel Sé.
Dopo aver concentrato la sua mente sul supremo Brahman per qualche tempo, egli si leva, e grazie alla gioia infinita che lo pervade, egli parlò come segue.
Il mio intelletto è completamente scomparso e tutte le attività si sono ridotte realizzando l’unità del Sé e il Brahman; non capisco né ‘questo’ né ‘non-questo’, nemmeno so che cosa o di quale misura è questa infinita Beatitudine.
Impossibile per la parola da esprimere, impossibile per la mente da concepire è lo splendore dell’oceano del supremo Brahman, sazio del nettare di Beatitudine (ananda amruta) del Sé. In un’infinitesima parte di Esso, la mia mente si è fusa come un chicco di grandine nell’oceano, è ora contenta dell’essenza di quella Immensa Gioia.
Dove è andato, chi lo ha rimosso, dove si è l’universo fuso? Proprio ora è stato visto da me; ha ora cessato di essere? Meraviglia delle meraviglie!
Nel grande oceano del Brahman, pieno del nettare di assoluta Beatitudine, che cosa c’è allora da essere rigettato o accettato? Che cos’altro esiste e che cosa è là che è diverso in ogni modo?
In questo stato di realizzazione, non vedo nulla, non odo nulla, non so nulla. Infatti identificato nel Sé, in questo stato di Eterna Beatitudine, sono completamente diverso da ogni altra cosa (del mondo duale).
Salute a te, o nobile Maestro, che sei libero dagli attaccamenti, migliore fra i migliori fra i nobili, l’incarnazione dell’essenza Eterna, non.duale Beatitudine, che sei senza fine, l’eterno oceano di compassione senza sponde.
(Salute a te o Maestro,) il cui magnanimo sguardo, come una cascata di raggi lunari, ha rimosso la stanchezza causata dalle afflizioni del mondo, e mi ha portato nello stato di indistruttibile Beatitudine di infinito splendore, il Sé, in un battibaleno.
Beato sono io, che ho ricevuto la realizzazione della mia vita e sono libero dalle ganasce della trasmigrazione. Sono l’incarnazione dell’eterna Beatitudine, sono l’Infinito, tutto per tua Grazia.
Distaccato sono io, incorporeo sono io, libero dal corpo sottile sono io e libero dal decadimento; sereno sono io, infinito sono io, immacolato sono io, e senza fine pure.
Io non sono colui che fa, non sono colui che gioisce, sono senza modificazioni e senza attività; io sono l’incarnazione della pura Consapevolezza, sono Assoluto, e sempre auspichevole.
Invero, io sono altro dal vedente, l’udente, il parlatore, l’autore e il gaudente dell’esperienza individuale. Io sono eterno, integro, oltre l’attività, sconfinato, distaccato e Infinito, l’essenza della Conoscenza onnipervadente.
Non sono né questo né quello ma il supremo illuminatore di entrambi, puro, privo di ogni cosa dentro e fuori. Sono infinito; veramente, io sono il non-duale Brahman.
Io sono incomparabile, la Realtà senza inizio, oltre tutte le immaginate distinzioni come ‘TU’ e ‘IO’, ‘QUESTO’ e ‘QUELLO’. L’essenza della beatitudine eterna, la Verità, il non-duale Brahman sono io.
Io sono Narayana*, sono l’uccisore di Naraka**, sono il distruttore di Tripurasura**; sono il supremo Essere, il Signore, sono indifferenziata consapevolezza, sono il Testimone di tutto; non ho altro Signore e sono privo del senso di IO e MIO.
Io sono la sola realtà che risiede in tutti gli esseri nella forma di Conoscenza. Essendo il loro esterno e interno supporto, io stesso sono colui che fa esperienza e che è sperimentato; io sono tutto quello che fu precedentemente vissuto da me distintamente come ‘questo’ e ‘non-questo’.
In me, l’oceano di ininterrotta Beatitudine, le onde senza fine dell’universo si sollevano e sprofondano a causa del gioco della tempesta della Maya (Illusione).
I concetti di grossolano ecc, sono erroneamente immaginati in me dalle persone a causa della continua manifestazione delle sovrapposizioni – proprio come nel tempo, che è indivisibile e assoluto, sono immaginati i cicli, gli anni, i solstizi, le stagioni, ecc.
Quello che è sovrapposto dalle persone illuse dai difetti nelle loro menti non può mai macchiare il substrato, proprio come la grande ondata delle acque percepita in un miraggio non potrà mai andare a bagnare la distesa del deserto.
Come lo spazio, io sono oltre tutte la contaminazione, come il sole sono distinto dalle cose illuminate, come la montagna io sono immobile, come l’oceano sono senza limiti.
Io non sono connesso con il corpo proprio come le nuvole (non hanno connessione) con il cielo; così come posso io essere soggetto agli stati di veglia, sonno e profondo sonno (che sono attributi del corpo)?
È solo il condizionamento (upadhi) che viene e va; esso esegue le azioni e fa esperienza (dei loro risultati); esso solo invecchia e muore – io rimango immobile come la montagna Kula.
Non c’è mai un ‘coinvolgimento-nel-lavoro’ né ‘astensione-dal-lavoro’ per me che sono sempre lo stesso e senza parti. Come può colui che è Uno, completo e infinito come il cielo, mai sforzarsi?
Come possono esserci meriti e demeriti per me che non ho organi di senso, né mente, che sono senza modificazioni e forma – che sono la realizzazione dell’Assoluta Beatitudine? Nel passaggio, ‘non toccato’ ecc, anche lo Sruti menziona questo.
Se l’ombra di una persona è toccato dal calore o dal freddo, dal bene o dal male, questa cosa non influenza affatto la persona stessa che è qualcosa d’altro dalla sua ombra.
Nello stesso modo, il testimone non è toccato dalle proprietà delle cose osservate, giacché è distinto da loro; è senza modificazione e indifferente proprio come le proprietà di una stanza (non influenzano) la lampada (che la illumina).
Proprio come il sole è il testimone di tutte le azioni, proprio come il fuoco brucia tutto senza distinzione, proprio come la corda è connessa con una sovrapposizione, così anche sono io, il Sé immutabile, la pura consapevolezza.
Non sono né l’autore né faccio fare niente agli altri, io non sono colui che fa esperienza né faccio fare esperienza ad altri, non sono colui che vede e nemmeno quello che fa altri vedere. Quel Sé sono io, luminoso da sé e trascendente.
Quando si muovono nei condizionamenti, i confusi credono che il movimento riflesso provenga dagli oggetti riflessi***, come il sole che è privo di ogni attività; ed essi gridano, “Io sono l’autore, io sono colui che gioisce. Io vengo ucciso, ahimè!”
Lascia che questo corpo inerte si muova sull’acqua o sulla terra; io sono intoccato dalle sue proprietà come lo spazio (è intoccato) dalle proprietà del vaso.
L’agire, il godere, l’astuzia, l’ebbrezza, l’apatia, la schiavitù e la libertà – questi effimeri stati dell’intelletto sono, in realtà, mai nel Sé, che è il supremo Brahman, Assoluto e Non-duale.
Lascia che ci siano modificazioni nel Prakriti****, in dieci, centinaia o migliaia di modi. Che cosa io, distaccata, Conoscenza Assoluta, ho a che fare con loro? Le nuvole non potranno mai toccare il cielo!
Quello in cui l’intero universo dall’immanifesto, giù fino alla cosa più grossolana, appare nient’altro se non un’ombra, che è come il cielo, sottile e senza inizio e fine, invero, quel non-duale Brahman sono io.
Quello che è il supporto di tutto, che è l’illuminatore di tutte le cose, che è di tutte le forme, che è onnipresente, privo di molteplicità, eterno, puro, immobile e assoluto, invero, quel non-duale Brahman sono io.
Quello che trascende le differenziazioni senza fine della Maya, che è la più profonda essenza in tutto, che è oltre l’estensione della Consapevolezza, che è della natura della Verità, Conoscenza e infinita Beatitudine, invero, che è non.duale Brahman sono io.
Io sono privo di attività, modificazioni, parti e forme. Io sono assoluto ed eterno, non dipendente da alcun altro supporto, non-duale sono io.
Io sono universale, io sono tutto in tutto, io sono trascendente e non-duale, io sono assoluta, indivisibile conoscenza, io sono beatitudine ed eternità.
Grazie alla suprema maestà di sua Grazia, ho ottenuto la magnificenza della sovranità del Sé, o nobile Maestro, salute a te, ancora e ancora.
Grazie alla tua pura e semplice Grazia, o Maestro, mi ha risvegliato dal ‘sonno’ e hai salvato me, che stavo vagando nel ‘sonno’ senza fine, nella foresta della nascita, decadimento e morte creata dall’illusione; ed ero tormentato giorno dopo giorno da innumerevoli illusorie afflizioni; e grandemente tormentato dalla tigre dell’ego.
Salute a te o Re fra i Maestri, e a quella grande imperscrutabile tua gloria, che manifesta come splendore questo intero universo. A te porgo i miei saluti.
* Narayana: uno dei nomi di Shri Vishnu, la deità della Trimurti che è il preservatore. Si dice che Shri Vishnu si sia incarnato fondamentalmente 9 volte sulla Terra e la decima incarnazione si dice che sarà Shri Kalki.
** Sono i nomi di alcuni demoni.
*** Credono che sia gli oggetti a compiere una qualsiasi azione, mentre invece sono solo in riflesso; proprio come il sole che di per sé non compie nessuna attività.
**** Prakriti: natura materiale caratterizzata dalle tre qualità di sattva, rajas e tamas.