Versi 521-575: Ultimi consigli
Vedendo che il valido studente ha guadagnato la Beatitudine del Sé, è illuminato, e si sta prostrando, il nobile Maestro felice di cuore di nuovo proferì queste supreme parole.
Un ininterrotto flusso di percezioni del Brahman è questo universo; così con tutto rispetto non è nient’altro che Brahman. In tutte le condizioni percepisci il Brahman con la visione dell’illuminazione e mente serena. Come coloro che hanno occhi non possono vedere altro che forme, così anche chi è realizzato non può altro che essere coinvolto nel Brahman.
Quale saggio mancherebbe di esultare nella suprema Beatitudine per il godimento di cose insignificanti? Quando l’incantevole luna sta splendendo, chi vorrebbe posare il suo sguardo su una luna dipinta?
Nella percezione degli oggetti irreali, non c’è la minima contentezza né la cessazione della miseria. Perciò, contenuto nella realizzazione dell’essenza della non-duale Beatitudine, rimani felice, sempre stabilizzato nel Sé.
O nobile anima, osservando il tuo Sé ovunque, rimanendo in contemplazione sul Sé, passa il tuo tempo godendo della Gioia del non-duale Sé.
Nell’indivisibile Conoscenza Assoluta, il Sé, le concezioni dualistiche sono come castelli in aria. Perciò, ottenendo la suprema Pace, vivi nel silenzio, identificando te stesso con la non-duale Beatitudine suprema.
La causa di tutte le immaginazioni, la mente, diventa perfettamente serena al saggio che abbia conosciuto il Brahman. Invero, questo è lo stato di quiescenza nel quale, sempre identificato con il Brahman, uno costantemente gioisce della non-duale Beatitudine Assoluta.
Non c’è niente di più inebriante della quiescenza che viene dall’essere liberi dalle urgenze sottili (vasanas), per chi ha conosciuto la propria essenziale natura e che ha assaporato la Beatitudine del Sé.
Sia l’andare che il restare, il sedere che il giacere, o in ogni altro stato, il saggio illuminato il cui solo piacere è nel Sé, vive per sempre a suo agio.
Il saggio che ha la perfetta Realizzazione della Verità e la cui mente, perciò, non incontra ostruzione, non si affida più alle condizioni di luogo, tempo, postura, direzione, disciplina morale, oggetti di meditazione, ecc. Quale formula ci può essere per riconoscere il proprio Sé?
Questo è un ‘vaso’- per sapere questa cosa quale condizione di conoscenza è necessaria in modo da essere sicuri di avere una chiara cognizione dell’oggetto?
Questo Sé che è eterna Verità, manifesta se stesso alla presenza dei giusti mezzi di conoscenza. Non dipende né dal luogo, né dal tempo né dalla purezza esteriore.
“Io sono Devadatta”, questa diretta conoscenza non dipende da altre condizioni. Precisamente così, il conoscitore del Brahman realizza di essere Brahman (senza dipendere da nient’altro).
Cosa può invero manifestare Quello la cui luminosità, come il sole, causa l’intero falso, irreale e insignificante universo apparire del tutto?
Quello da cui tutti i Veda, gli Sastra e i Purana e tutti gli altri esserei sono dotati di significato, veramente, che cosa può illuminare quel Supremo Conoscitore?
Qui è il Sé auto-luminoso, di potere infinito, oltre tutta la conoscenza condizionata e tuttavia la diretta esperienza di tutto. Libero dalla schiavitù, realizzando questo solo, il migliore tra i conoscitori del Brahman regna supremo.
Né dispiaciuto né addolorato, né attaccato né avverso agli oggetti tangibili, ma contenuto nell’essenza della Beatitudine senza fine, egli gioca ed esulta nel Sé.
Dimenticando la sua fame e i dolori fisici, un bambino gioca con i giocattoli. Nello stesso modo, il saggio è felice e gioisce senza l’idea dell’IO e del MIO.
Liberi dall’ansietà e dall’umiliazione, i saggi hanno il loro cibo, e bevono le acque dei fiumi; essi vivono liberi e indipendenti, dormendo senza paura in un cimitero o nella foresta; la loro tonaca è lo spazio, che non ha bisogno di lavaggio o stiratura, la terra è il loro letto e vagano nelle strade del del Vedanta mentre gioiscono nel Supremo Brahman.
Il conoscitore del Brahman non porta alcun emblema e distaccato dagli oggetti tangibili; come un bimbo, rimane in questo corpo senza identificarsi con esso e fa esperienza degli oggetti tangibili some essi vengono, per volere di altri.
A volte senza vesti, a volte con le vesti, a volte indossando pelli, stabilizzato nell’etereo piano di Conoscenza Assoluta, egli vaga per il mondo, a volte come un intossicato, a volte come un bambino e a volte come un fantasma.
Essendo della natura del senza-desideri, il saggio vaga solo in apparenza godendo degli oggetti tangibili. Egli rimane sempre soddisfatto con il suo Sé, dimorando nel Sé di tutto.
Sempre gioendo nello stato di Beatitudine della saggezza, la persona realizzata vive, a volte sembrando come uno sciocco, a volte rispettato, a volte insultato e a volte sconosciuto.
Sebbene senza ricchezza, egli è sempre contento; sebbene senza aiuto egli è molto potente; sebbene non godi degli oggetti tangibili, è eternamente contento; e sebbene senza un eguale, egli vede uguaglianza ovunque.
Sebbene agisca, è inattivo; sebbene faccia esperienza dei frutti delle passate azioni, non è toccato da loro; sebbene abbia un corpo, non è identificato con esso; e sebbene limitato, è onnipresente.
Questo conoscitore del Brahman vive senza l’idea del corpo, e né piacere né pena, né bene né male lo toccano mai.
Solo chi ha connessione con il corpo grossolano ecc, ed è identificato con queste cose è colpito da felicità e dispiacere, bene e male. Come possono un qualche bene o male o i loro effetti colpire il saggio che ha spezzato le sue catene e ha realizzato il suo Sé come la Realtà?
Il sole, che appare essere inghiottito da Rahu (eclissi), non è effettivamente così. Le persone non conoscendo la reale natura del sole, nella loro illusione, potrebbero dire che è stato inghiottito.
Così anche, il perfetto conoscitore del Brahman, liberato dalle catene del corpo, ecc. è visto dall’ignorante come se possedesse un corpo; essi vedono solo un apparenza di esso.