Versi 154-164: Descrizione Annamaya Kosha, l’involucro fatto di cibo*
il corpo è un prodotto del cibo. Esso costituisce l’involucro di cibo.Esso esiste grazie al cibo e muore senza di esso. È un insieme di pelle, carne, sangue, ossa e sporco. Non potrebbe mai essere l’eterno puro Sé che esiste da sé (svayam).
Prima della sua nascita non esiste, e non continua ad essere dopo la sua morte. Dura solo per un breve periodo. Le sue qualità sono effimere e per natura soggette a cambiare. È di natura incerta, inerte ed è un oggetto tangibile come un barattolo. Come potrebbe essere il Sé, che è il Testimone di tutte i cambiamenti nelle cose?
Il corpo che è fatto di braccia gambe, ecc. non può essere il Sé, perché, se anche questi organi venissero amputati o rimossi, esso (il Sé) continuerebbe a funzionare efficientemente. Così il copro che è soggetto alle regole di un latro non può essere il Sé, che è il Regolatore di Tutto.
È auto-evidente che il Sé è la realtà duratura, che è diverso dal corpo e le sue caratteristiche, i suoi stati e attività, che è il testimone di tutti loro.
Come potrebbe il Sé auto-esistente, il Conoscitore, essere mai il corpo consistente di ossa, coperto di carne, pieno di sporcizia e estremamente impuro – visto che il Sé è sempre distinto da esso?
La persona ignorante si identifica con la pelle, la carne, il grasso, le ossa e la sporcizia. Ma la persona con discriminazione sa che la natura del Sé è l’Assoluta Realtà.
“Io sono il corpo” così pensa la persona ignorante. Una persona di mera conoscenza libresca considera se stesso essere una combinazione del corpo e dell’anima (jiva). Ma il saggio realizzato, che ha discriminazione, sa che “Io sono Brahman” e guarda l’Eterno Atma come il suo Sé.
Cessa di identificare te stesso con il corpo, compreso di pelle, carne, grasso, ossa e sporcizia. Invece identifica te stesso con l’Assoluto Brahma, il Sé di tutto, e così otterrai la Pace Suprema.
Non c’è liberazione per una persona di mera conoscenza libresca, per quanto ben istruito nella filosofia dei Vedanta, fino a che uno non lascia andare la falsa identificazione con il corpo, gli organi di senso, la mente, ecc., che sono irreali
Proprio come non identificheresti te stesso con la tua ombra, il tuo riflesso, il corpo nel sogno o il corpo nell’immaginazione della mente. così anche non dovresti identificarti con il tuo corpo vivente.
Per coloro che sono attaccati all’irreale, l’identificazione con il corpo è il seme dal quale tutte le miserie della nascita, ecc. derivano. Perciò, sforzati di distruggere tale nozione. una volta che la mente è distaccata de questa identificazione, non ci sarà più possibilità di rinascere.
* È uno dei 5 involucri (kosha) che ricoprono il Sé.
Versi 165-166: Descrizione del Pranayama Kosha, l’involucro dell’aria vitale
Il prana insieme ai cinque organi di senso, costituisce l’involucro di aria vitale, pervaso dal quale l’involucro fatto di cibo (Annamaya Kosha), esegue tutte le sue attività di corpo materiale.
L’involucro di aria vitale non può essere il Sé perché è una modificazione dell’aria (vayu). Come l’aria, esso entra nel corpo e va fuori di esso, senza mai conoscere le sue gioie e i suoi dolori o quelle degli altri. Dipende sempre da qualcos’altro diverso da sé.
Versi 167-183: Descrizione del Manomaya kosha, l’involucro mentale
Gli organi della percezione insieme alla mente formano l’involucro mentale che è la sola causa del senso “IO E MIO” e della diversità delle cose. È potente ed è dotato dell’essenziale facoltà di creare differenze di nomi, ecc. Esso pervade l’involucro che lo precede, quello del prana.
I cinque organi di senso agiscono come preti sacrificali, che nutrono con il combustibile di numerosi desideri l’involucro mentale, che è il fuoco sacrificale. Questo fuoco (manomaya kosha), causa e mantiene l’intero mondo di fenomeni, quando è attizzato dagli oggetti tangibili che agiscono come un continuo flusso di offerte.
A parte la mente, non c’è ignoranza (avidya). La mente stessa è l’ignoranza che è la causa della schiavitù di un’esistenza condizionata. Quando la mente è distrutta, tutto il resto è distrutto. Quando la mente si manifesta, tutto il resto è manifesto.
Nel stato di sonno, anche se non c’è contatto con il mondo esterno, tramite il suo potere di cui gioisce, la mente sola proietta l’intero universo nel sogno. Allo stesso modo, lo stato di veglia non differisce: Tutto questo mondo non è altro che una proiezione della mente.
Nel sonno profondo, la mente è ridotta al suo stato inconscio e niente percettibile esiste. Quindi il mondo relativo è solo una creazione della mente e non ha realtà oggettiva.
Il vento raccoglie le nuvole assieme e il vento stesso le disperde. Così anche la mente crea la prigionia e anche crea la liberazione.
La mente causa attaccamento per il corpo e gli oggetti tangibili. Questi attaccamenti legano uno come un animale che sia legato con le corde. In seguito, la stessa mente crea avversione per questi oggetti tangibili come se fossero veleno, e libera uno dalla schiavitù.
Perciò la mente è la causa sia della liberazione che della schiavitù. Quando è corrotta dagli effetti dei rajas, essa causa schiavitù. Quando è libera dai rajas e i tamas*, essa prepara la strada per la liberazione.
Quando la mente è stata resa pura attraverso la coltivazione delle discriminazione e del distacco, essa va verso la liberazione. Quindi il saggio ricercatore della liberazione deve per prima cosa rafforzare queste due qualità.
Un’enorme tigre chiamata “mente” si aggirare furtivamente per la fitta giungla dei piaceri dei sensi. Fa che non siano le persone virtuose che aspirano alla liberazione a finire mai di perdersi in essa.
La mente continuamente rilascia stimoli verso gli oggetti tangibili, grezzi e sottili, senza eccezione: come le distinzioni basate sul corpo, la casta, l’ordine di vita e il credo; oppure le differenze di qualità, le motivazioni delle azioni e i risultati di esse
Inattaccata** Pura Intelligenza è l’essenza dell’individuo, ma la mente lo incanta e lo lega al corpo, agli organi di senso, al prana. Causa all’individuo di vagare con l’idea dell’ “IO E MIO” nella miriade di esperienze raccolte da se stessa.
Il difetto della sovrapposizione causa la trasmigrazione e la mente sola è responsabile del legame della sovrapposizione. Giacché una persona che sia corrotta da rajas e tamas e che manchi di discriminazione, questo solo causa nascita, sofferenza, ecc.
Quindi, il saggio che conosce la Verità dichiara la mente stessa come ignorante (avidya). Solo tramite essa l’universo di esperienza è messo insieme, come le nuvole raccolte dal vento.
Perciò la mente deve essere diligentemente purificata da uno che cerchi la liberazione. Quando la mente è stata purificata, la liberazione diventa prontamente disponibile come un frutto di palma nella mano di uno.
Con devozione mirata alla liberazione, uno che sradichi gli attaccamenti per gli oggetti sensibili, che rinunci a tutte le azioni e, con fede nella Verità, costantemente senta (la Verità) ecc, riuscirà a purificare la natura rajasica della mente.
L’involucro mentale non può esser il Supremo Sé neanche per il fatto che essa ha un’inizio e una fine. È soggetta alle modificazioni; dolore e sofferenza la caratterizzano ed è un “oggetto” di cognizione. Il “soggetto” non può mai essere l’oggetto di conoscenza. Ovvero chi vede (il soggetto) non può mai essere chi è visto (oggetto).**
* Ricordiamo che rajas sono le azioni (canale destro o canale solare) e i tamas sono le emozioni (canale sinistro o canale lunare).
** Inattaccato: al quale niente si può attaccare, o può attaccarlo; che rimane sempre immacolato, puro.
*** Il Sé è il Testimone, il soggetto inteso come l’essenza di noi che osserva la nostra esistenza. Mentre la mente non è soggetto, essa stessa è oggetto di conoscenza.
Versi 184-188: Descrizione di Vijnānamaya kośa, l’involucro dell’intelletto
L’intelletto con le sue modificazioni insieme agli organi di percezione formano l’involucro dell’intelletto (vignanamaya-kosa). Esso ha le caratteristiche dell'”agente” (colui che fa), che è la causa della trasmigrazione.
Accompagnato dal riflesso della luce della coscienza, l’involucro dell’intelletto è una modificazione della Materia Primordiale (Prakriti). È dotato della funzione di conoscenza e azione ed è sempre completamente identificato con il corpo, gli organi di senso, ecc.
È senza inizio, è della natura dell’EGO (il senso dell’IO), ed è chiamato il sé incarnato (jivah), che porta avanti l’intera gamma di attività sul piano relativo. Compie le azioni buone e cattive in accordo con le sue precedenti tendenze latenti e fa esperienza dei risultati di esse.
Va e viene, su e giù, prendendo nascita in vari corpi. La veglia, il sonno e altri stati, e l’esperienza della gioia e del dolore appartengono a questo involucro dell’intelletto.
Identificandosi con gli attributi degli stadi della vita, i loro doveri e funzioni, che in effetti appartengono al corpo, li considera come propri. Il Vignanamaya-kosa è estremamente radiante a causa della sua vicinanza al Sé Supremo. È una sovrapposizione sul Sé. che, quando identificato con esso, soffre della trasmigrazione attraverso l’illusione.